” (…) Lenin individua nello sviluppo dei servizi sociali la chiave per la soluzione della contraddizione tra il lavoro della donna nella produzione e le esigenze dell’economia domestica e della famiglia. Qui Lenin vede giustamente un punto nodale per la liberazione della donna dalla schiavitù della casa: ed è uno dei punti nodali, insieme, sia della lotta per l’emancipazione della donna, sia della creazione di una nuova società e della trasformazione della famiglia. «Ci occupiamo abbastanza – dice Lenin – nella pratica, di questa questione, che teoricamente è evidente per ogni comunista? Naturalmente no. Abbiamo sufficiente cura dei germogli di comunismo che già si hanno in questo campo? Ancora una volta no, no e poi no!». I germogli del comunismo! Quali? Lenin lo dice subito: «I ristoranti popolari, i nidi e i giardini di infanzia; ecco gli esempi di questi germogli del comunismo. I mezzi semplici, comuni che non hanno nulla di pomposo, di magniloquente, di solenne, ma che sono realmente in grado di emancipare la donna, sono realmente in grado di diminuire ed eliminare – data la funzione che la donna ha nella produzione e nella vita sociale – la sua disuguaglianza con l’uomo». In un discorso del 1919 alle donne comuniste, dopo aver esaltato le leggi del potere sovietico che assicurano piena eguaglianza giuridica tra uomini e donne, Lenin ribadisce: «Certo, alcune leggi non bastano, questo non è che il principio. La situazione delle donne per quanto riguarda i lavori domestici resta tuttora penosa. Perché la donna sia completamente liberata e realmente pari all’uomo bisogna che i lavori domestici siano un servizio pubblico e che la donna partecipi al lavoro produttivo generale. Allora la donna avrà una posizione uguale a quella dell’uomo». «Noi – dice Lenin – creeremo istituzioni, mense, nidi di infanzia che libereranno le donne dai lavori domestici». Ed aggiunge inoltre – così come aveva detto che l’emancipazione degli operai doveva essere opera degli operai stessi – che pure «l’emancipazione delle donne operaie deve essere opera delle operaie stesse; le operaie devono occuparsi esse stesse dello sviluppo delle istituzioni di questo tipo». Ed è questa – secondo Lenin – una delle condizioni fondamentali perché le masse femminili possano partecipare in pieno alla vita politica, alla lotta politica” (pag 112-113) [Paolo Bufalini, ‘Uomini e momenti della vita del Pci’, capitolo ‘Lenin e la questione femminile’, Editori Riuniti, Roma, 1982]
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- Articolo pubblicato:11 Aprile 2025