“I risultati della nostra analisi vengono confermati in particolare dai passaggi in cui Marx tratta del suo rapporto con i classici e rivela quale posizione attribuisce a se stesso nello sviluppo della economia politica. Da questi passaggi, contenuti sia in ‘Per la critica dell’economia politica’ (1859) sia nel ‘Capitale’, risulta che Marx considerava la economia politica classica come sostanzialmente conclusa e Ricardo come colui che l’aveva portata a compimento, in quanto in Ricardo l’economia politica “trae drasticamente le sue ultime conseguenze e con ciò si conclude” (Capitale, I/1, p. 23). I tentativi effettuati da John Stuart Mill per sviluppare ulteriormente l’economia politica classica facendole trascendere questo limite e per adattare i princìpi della teoria classica alle esigenze della classe operaia, da Marx vengono giudicati un “sincretismo senza ingegno” e una “dichiarazione di fallimento dell’economia ‘borghese'”. E ciò nonostante Marx stesso dovrebbe aver portato ancora una volta a compimento ciò che già era compiuto, e aver ulteriormente “sviluppato” quanto era ormai concluso? Egli stesso è dell’avviso di trovarsi in radicale contrasto con la teoria classica, e non solo rispetto alle teorie particolari (come la teoria del salario, della rendita fondiaria, delle crisi ecc.), ma proprio rispetto al fondamento teorico dell’economia. Ed è questa la ragione per cui egli non si propone di “sviluppare ulteriormente” la teoria classica, ma intraprende invece un “tentativo scientifico teso al rivoluzionamento di una scienza” (Marx, lettera a Kugelmann del 18 dicembre 1862, Mew, vol. 30, p. 640, trad. it. Lettere a Kugelmann, 1969 p. 23). Egli stesso si è chiaramente espresso sulla natura di questo “rivoluzionamento”: dopo che nel capitolo iniziale di ‘Per la critica dell’economia politica’ ha innanzitutto sviluppato il duplice carattere della merce, nella sezione ‘Notizie storiche sull’analisi della merce’ egli caratterizza la sua posizione teorica e il suo rapporto con i predecessori. “L’analisi della merce come lavoro in duplice forma, l’analisi del valore d’uso come lavoro reale o attività produttiva conforme allo scopo, l’analisi del valore di scambio come tempo di lavoro o lavoro sociale uguale, sono il risultato critico finale delle indagini compiute durante più di centocinquant’anni dall’economia classica, la quale ha inizio in Inghilterra con William Petty, in Francia con Boisguillebert e ha termine in Inghilterra con Ricardo, in Francia con Sismondi” (Marx, Zur Kritik der politischen Ökonomie, p. 37) (Per la critica dell’economia politica, p. 34). Si tratta dunque del contrasto tra due concezioni, delle quali una (quella inglese) assume come oggetto principale il valore di scambio, mentre l’altra (quella francese) assume il valore d’uso; entrambe colgono quindi soltanto un aspetto della realtà” [Henryk Grossmann,  Marx, l’ economia politica classica e il problema della dinamica, 1971]