“Dovremo in seguito parlare ancora della determinante “sproporzione” e soffermarci sulle crisi generali che derivano dal movimento stesso del sistema capitalistico (che è espresso dalla caduta tendenziale del saggio del profitto). Credo tuttavia che, come avvio alle future considerazioni, non si possa far meglio se non leggere un passo della citata “Introduzione” di Dobb alla “Storia delle Dottrine Economiche” di Marx in cui l’economista inglese prospetta chiaramente i lineamenti generali della ricerca sulle crisi economiche: “Marx parla delle crisi come manifestazione di tutte le contraddizioni della società borghese. Ciò voleva dire che le crisi sono il prodotto della contraddizione tra le forze produttive e i rapporti di produzione della società capitalistica, dal momento che è questa la forma più generale delle contraddizioni di tale forma di società; e che ogni movimento in avanti della produzione capitalistica (ch’egli virtualmente identificava con il processo dell’accumulazione e dell’investimento del capitale) tende a far sorgere da questa contraddizione un conflitto che esplode come una crisi generale. Questa perciò si presenta contemporaneamente come il momento culminante e la “soluzione forzata” di questa contraddizione. Ma questa contraddizione generale tra le forze produttive in sviluppo e i rapporti sociali di produzione che operano come limite presentava molti aspetti particolari (uno dei quali, per esempio, è quello della contraddizione tra la domanda dei consumatori e la capacità produttiva dei beni di consumo); e ogni crisi ‘particolare’ può presentare una diversa concatenazione delle fasi di sviluppo e può avere una diversa causa immediata della frattura nel processo d’investimento. In ogni singolo caso un “fattore” diverso, ovvero un particolare aspetto della contraddizione fondamentale, può apparire il primo elemento determinante: questo è un problema da studiarsi in concreto nel contesto degli avvenimenti reali”. Occorre quindi tener presente la teoria delle crisi come è stata elaborata da Marx, ma cercare di farla vivere e svilupparla nel contrasto degli avvenimenti reali (…)” [Giulio Pietranera, ‘La teoria delle crisi capitalistiche nell’opera di Carlo Marx’, Economia politica. XV lezione, Roma, 1955]
pag 7