“Nel 1920, il maresciallo Pilsudsky gettò le sue armate polacche sull’Ucraina. Esse conquistarono Kiev, ma battute, si ritirarono in tale disordine che l’Esercito rosso, comandato da Tukhachevskij, con Smilga, commissario politico, arrivò sotto le mura di Varsavia. Lenin vuole che sia tentato un supremo sforzo per conquistare la capitale polacca; mentre lo stesso Tuchachevskij e Trotsky sostenevano che l’Armata era troppo stanca. La direttiva dell’Ufficio politico fu categorica: un’altra armata, comandata da Voroscilov, Stalin e Budionnj, operante più a sud, in Polonia, doveva appoggiare l’azione di Tukhachevskij. Ma Stalin e Voroscilov, per mettersi anch’essi in mostra con la conquista di una grande città, preferirono di tentare di entrare essi stessi a Lvov (Lemberg). Ma fallirono come Tukhachevskij e la loro defezione aggravò la disfatta di quest’ultimo. Noi riteniamo che Tukhachevskij commise una grave imprudenza nel ricordare in alcuni scritti, verso il 1934, tali dettagli poco conosciuti della guerra di Polonia. Meglio sarebbe stato, senza dubbio, per lui non ridestare in Stalin il ricordo di questo vecchio conto da regolare” [Victor Serge, Ritratto di Stalin, Venezia, 1944] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:3 Aprile 2015