“La “simbiosi” del capitale bancario col capitale industriale, secondo l’indovinata espressione di Bucharin, ripresa da Lenin ne “L’Imperialismo”, sostanzia il concetto di dominio del capitale finanziario. Ma il “punto critico” che ne segna l’affermazione è quello descritto da Jeidels (1), considerato da Lenin uno dei migliori interpreti del rapporto banca-industria del tempo: “In un certo senso si può riconoscere questo momento iniziale soltanto nell’anno 1897 con le sue grandi fusioni di imprese, le quali per la prima volta introdussero la nuova forma decentrata di organizzazione, per motivi di politica bancaria industriale”. La crisi del 1900 ha dato una spinta, “trasformando, per la prima volta, i rapporti con l’industria in un monopolio effettivo delle grandi banche, e rendendoli notevolmente più stretti e intensi”” [Lorenzo Parodi, “Le conglomerate di André Meyer”, Lotta Comunista, N. 214, giugno 1988]; “Pertanto l’inizio del secolo XX segna il punto critico del passaggio dall’antico al nuovo capitalismo, dal dominio del capitale in generale al dominio del capitale finanziario” [V.I. Lenin, “L’imperialismo”, 1970] [(1) Otto Jeidels, ‘Das Verhältnis der deutschen Grossbanken zur Industrie mit besonderer Berücksichtigung der Eisenindustrie’ [Il rapporto delle grandi banche tedesche con l’industria con particolare riferimento al settore siderurgico], Duncker & Humblot, Leipzig 1905] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:6 Aprile 2015