“Il denaro non è soltanto ‘un’ oggetto della smania di arricchimento, ne è ‘l”oggetto. Questa smania è essenzialmente ‘auri sacra fames’ (1). La smania di arricchimento, a differenza della smania di una particolare ricchezza naturale o di valori d’uso come vestiti, gioie, greggi, ecc., è possibile soltanto non appena la ricchezza generale come tale è individualizzata in una cosa particolare e quindi può essere fissata come merce singola. Il denaro appare quindi altrettanto come oggetto quanto come fonte della smania d’arricchimento (2). In fondo e di fatto si tratta di questo: il valore di scambio come tale, e con ciò il suo aumento, diventano fine. L’avarizia fissa il tesoro non consentendo al denaro di diventare mezzo di circolazione, ma la bramosia dell’oro ne conserva l’anima-denaro, la sua costante tensione nei confronti della circolazione. Ora, l’attività mediante la quale viene formato il tesoro, è da un lato la sottrazione del denaro alla circolazione mediante una vendita costantemente ripetuta, dall’altro un semplice accatastare, un”accumulazione'” [Marx, Capitolo II. Il denaro, ossia la circolazione semplice] [in Karl Marx, Per la critica dell’economia politica, Edizioni Lotta Comunista, 2009] [(1) Parte del verso 57 del III libro dell’Eneide, (lat. “esecranda fame di oro”, ndr); (2) “Nel denaro sta l’origine dell’avarizia… a poco a poco qui si accende una sorta di follia che già non è più avarizia, bensì brama di oro” (Plinio, Historia naturalis, libro XXXII, cap. III, 14) [nota di Marx]]
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- Articolo pubblicato:24 Gennaio 2013