“Negli anni ’80 e all’inizio degli anni ’90 molti membri degli ambienti rivoluzionari, specie nella regione della Volga, intrattenevano opinioni in cui il marxismo si fondava con il culto per “la volontà del popolo”, e con l’idea populista della transizione diretta al socialismo. Negli anni ’80 il più significativo rappresentante di questa formazione intellettuale a metà marxista e a metà populista fu Aleksandr Ul’janov, condannato a morte nel 1887 per un fallito attentato alla vita dello zar. Le sue idee sono molto interessanti come tentativo di conciliare populismo rivoluzionario e marxismo. Ul’janov si considerava un epigono della Volontà del popolo, ma nel suo ‘Programma della frazione terrorista del partito “Volontà del popolo”‘ egli abbandonò la denominazione tradizionale di “socialisti-populisti”, definendo i suoi seguaci semplicemente “socialisti”. Non affidava le sue speranze alle comuni contadine, ma indicava la principale forza rivoluzionaria nella classe operaia urbana: il socialismo era per lui “il risultato necessario della produzione capitalistica e della struttura di classe capitalistica”. Questo però non escludeva, a suo parere, “la possibilità di una transizione diversa, più diretta, al socialismo”. Secondo la sua interpretazione, la legge dello sviluppo economico che prevedeva il passaggio attraverso il capitalismo per giungere al socialismo non era universale, ma condizionale: “Essa esprime una necessità storica che governa il processo di transizione al socialismo, ‘se’ tale processo viene lasciato a svilupparsi in modo spontaneo, ‘se’ non avviene alcun intervento consapevole da parte di un gruppo sociale” (17). Per comprendere la posizione di Ul’janov occorre tenere presente che egli aveva tradotto uno dei primi scritti di Marx, ‘Per la critica della filosofia del diritto di Hegel’. La traduzione fu pubblicata in Svizzera con un’interessante prefazione di Lavrov (18). Per Ul’janov la critica della religione, argomento centrale dell’articolo di Marx, aveva un’importanza secondaria; a lui interessava soprattutto il pensiero di Marx sulla possibilità di accelerare lo sviluppo storico di un paese attraversando alcune fasi di tale sviluppo solo sul piano ideologico. Secondo il giovane Marx, lo sviluppo del pensiero politico in Germania era andato oltre il suo sviluppo storico, in quanto la Germania aveva sperimentato nel pensiero tutto ciò che la Francia aveva sperimentato nella realtà: per questo la Germania poteva saltare la fase della rivoluzione borghese classica, secondo il modello francese. Molto giustamente Ul’janov vede in ciò un’importante argomentazione a favore della tesi che i paesi economicamente arretrati ma ideologicamente avanzati possono saltare o accelerare alcune fasi del proprio sviluppo “naturale”” [Andrzej Walicki, Socialismo russo e populismo. (in) ‘Storia del marxismo’, Torino, 1979] [(17) Citato da Karataev, ‘Narodniceskaja ekonomiceskaja literatura’, cit., p. 631; (18) V.P.L. Lavrov, ‘Filosofija i sociologija’, Moskva 1965, vol. II, pp. 581-613]
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- Articolo pubblicato:27 Aprile 2015