“Ma come è possibile che i capitalisti abbassino i salari, quando il loro livello è determinato da una ben precisa legge economica? La legge economica dei salari esiste ed è inconfutabile. Ma abbiamo visto che essa è elastica, e in un duplice aspetto. Il livello dei salari può essere abbassato in un singolo ramo di attività (direttamente, abituando progressivamente gli operai di quell’industria a condizioni di vita inferiori, o indirettamente con l’aumento delle ore lavorative giornaliere o dell’intensità del lavoro a parità di ore lavorative, senza un corrispondente aumento del salario nominale). L’interesse di ogni singolo capitalista ad elevare i propri profitti diminuendo i salari dei suoi operai, riceve un nuovo impulso dalla concorrenza reciproca dei capitalisti di uno stesso ramo della produzione. Ciascuno di essi tende ad offrire la propria merce ad un prezzo inferiore a quello dei suoi concorrenti, e se non vuole sacrificare il suo profitto, è costretto a tentare di abbassare i salari. In questo modo la pressione sul livello dei salari, prodotta inizialmente dall’interesse del singolo capitalista, viene decuplicata dalla loro concorrenza reciproca. Ciò che prima era una questione di profitto maggiore, ora diventa un fatto di necessità. Di fronte a questa pressione costante, ininterrotta, le masse lavoratrici non organizzate non hanno mezzi di resistenza efficaci. Per questo motivo, nei settori di produzione in cui i lavoratori non sono organizzati, il salario mostra una tendenza costantemente a declinante, ed il numero delle ore lavorate una tendenza sempre crescente. Questo processo avanza lento ma sicuro; periodi di grande floridezza economica possono interromperlo qua e là; ma tempi di cattivo andamento degli affari lo accelerano viceversa ancora di più. I lavoratori si abituano via via a condizioni di vita sempre peggiori. Mentre la giornata lavorativa si avvicina sempre di più al suo massimo possibile, i salari sono sempre più vicini al loro minimo assoluto, alla somma sotto alla quale diventa impossibile per l’operaio vivere e procreare” [Friedrich Engels, Trade Unions I] [(in) ‘Quattro articoli del 1881 su sindacato e salario. Un salario giusto per un giusto lavoro – Il sistema del salario – Trade Unions I – Trade Unions II’, Milano, 1993] [Nota redazionale (1): I quattro articoli qui presentati costituiscono una serie scritta per ‘The Labour Standard’, settimanale delle Trade Unions diretto da George Shipton, pubblicato a Londra dal 1881 al 1885. Engels fu però costretto ben presto ad abbandonare ogni collaborazione con questo giornale, a causa della tendenza sempre più opportunistica che in esso si manifestava. I quattro articoli vennero pubblicati rispettivamente il 7 maggio, il 21 maggio, il 28 maggio e il 4 giugno 1881]
- Categoria dell'articolo:Nuove Accessioni
- Articolo pubblicato:13 Marzo 2015