“Lo sviluppo più inaspettato degli accordi siglati da Lenin con gli imperi centrali a Brest-Litovsk riguardò però l’Ucraina, che Mosca fu costretta a riconoscere come Stato autonomo e dalla quale le fu altresì ingiunto di ritirare le sue guarnigioni. L’Ucraina diveniva in questo modo indipendente dalla Russia anche dal punto di vista giuridico-istituzionale (11). Nonostante la momentanea indipendenza da Mosca, l’Ucraina era però, in pratica, diventata un protettorato di Berlino e Vienna, i cui eserciti occupavano gran parte del suo territorio in quanto prezioso avamposto strategico-logistico (12). Gli imperi centrali, come del resto previsto dal trattato di Brest-Litovsk, iniziarono perciò a sfruttare a pieno le terre ucraine per rifornire le loro armate di risorse alimentari (e di prodotti industriali). Il trattato passò quindi alla storia anche sotto il nome di ‘pace del pane’ (13). Ancora una volta, dunque, vediamo il cronico, ripetersi di questa linea profonda che ciclicamente torna nella traiettoria storico-diacronica d’Ucraina, ossia l’incontro – malevolo o benevolo che sia – di quest’ultima con il mondo germanico. Questa linea profonda è rintracciabile, in ultima istanza, in quell’impulso connaturato alla geopolitica tedesca che, come osservato in diversi periodi storici, vede la sua potenza in una sistematica proiezione verso est. Germania e Austria non avevano in realtà a cuore, come non l’avrà il Terzo Reich vent’anni più tardi, l’indipendenza e la sovranità ucraina: ciò che a loro davvero interessava era l’approvvigionamento di rifornimenti dal ‘granaio d’Europa’. Inoltre, nonostante la presenza delle truppe degli imperi centrali, gli equilibri interni del paese erano assai fragili e scoppiarono vari disordini e manifestazioni di ostilità sia contro il governo ucraino sia contro le truppe imperiali. Così, nell’aprile del 1918, poco dopo che la Rada aveva istituito la carica di presidente della Repubblica popolare ucraina, il governo fu rovesciato da un colpo di Stato appoggiato dai vertici dello stato maggiore tedesco” (pag 197) [Giorgio Cella, ‘Storia e geopolitica della crisi ucraina. Dalla Rus’ di Kiev a oggi’, Carocci editore, Roma, 2022] [(11) In questo storico frangente, molti illustri espatriati ucraini tornarono a Kiev da Mosca e da Pietroburgo per contribuire alla nascita della nuova Ucraina (…); (12) L’occupazione dell’Ucraina vedeva stanziate nella parte centro-settentrionale del paese le unità dell’esercito tedesco note come il gruppo d’armate di Kiev, mentre nella parte orientale del paese erano le truppe austroungariche che controllavano militarmente i governatorati di Carson e di Podolia. Si trattava dunque di un’occupazione a tutti gli effetti, anche se non esercitata sulla totalità del territorio ucraino; (13) La pace separata di Kiev firmata con gli imperi centrali nella storica Brest-Litovsk prevedeva infatti, oltre al riconoscimento della neo-repubblica ucraina e alla sua difesa militare da parte degli eserciti imperialregi a fronte dell’offensiva bolscevica, anche ingenti rifornimenti di derrate alimentari e la possibilità di stanziare i propri eserciti in territorio ucraino. Il trattato, che per via di questi ingenti rifornimenti alimentari passò alla storia come la ‘pace del pane’, consentirà dunque alla neorepubblica popolare ucraina di continuare a esistere, per qualche anno, anche se ciò fu ottenuto a scapito della reale sovranità dell’Ucraina, che entrò in questo modo nell’orbita degli imperi centrali] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM]