“Qualche parola infine sulla distribuzione geografica dei classici marxiani. Alcuni testi elementari furono ampiamente tradotti anche prima della Rivoluzione d’ottobre. Tra il 1848 e il 1918 il ‘Manifesto del Partito comunista’ fu pubblicato (oltre alle 54 edizioni in tedesco) in una trentina di lingue, fra cui tre edizioni giapponesi e una cinese (sebbene in pratica ‘Le dottrine economiche di Karl Marx’ di Kautsky costituissero sempre la base principale del marxismo cinese). Numerose le edizioni nelle principali lingue dell’Europa occidentale (26 francesi, 34 inglesi, 11 italiane, mentre la penisola iberica rimase in margine: un’unica edizione portoghese e sei spagnole, contando anche quelle pubblicate in America Latina). Le lingue della Russia zarista sono ampiamente rappresentate, se pure sovrastate dalle 70 edizioni in russo (11 edizioni in polacco, 5 in ucraino, 6 in finlandese, 7 in yiddish, 4 in georgiano, 2 in armeno), mentre quelle dell’Europa settentrionale vi compaiono in misura modesta, tenuto conto del livello di alfabetizzazione di quei paesi (6 edizioni di danese, 5 in svedese, 2 in norvegese). L’Europa centrale e sudorientale è rappresentata in varia misura, passando dalle 9 edizioni ungheresi, 8 ceche e 7 bulgare alle uniche edizioni in slovacco e in sloveno, mentre il Mediterraneo orientale è assente, se si esclude un’unica edizione in ladino, pubblicata probabilmente a Salonicco. All’estremo opposto, invece, il primo libro del ‘Capitale’ era stato tradotto in quasi tutte le principali lingue letterarie europee già prima della morte di Engels; russo, francese, danese, italiano, inglese, olandese e polacco, mentre la traduzione spagnola non era integrale. Prima della Rivoluzione d’ottobre venne tradotto anche in bulgaro (1910), ceco (1913-1915), estone (1910-14), finlandese (1913) e yiddish (1917)”  [Eric J. Hobsbawm, ‘La fortuna delle edizioni di Marx ed Engels’, (in) ‘Storia del marxismo’, Torino, 1978]