“Anche la socialdemocrazia russa disponeva di scuole di partito. Se non erano così efficienti come quelle tedesche, per i nomi degli insegnanti non erano meno prestigiose. Delle scuole di Capri e di Bologna, volute e dirette da Bogdanov e oggetto di polemiche intense con Lenin, che organizzò per parte sua quella di Longjumeau vicino a Parigi, ci ha dato un’immagine molto ricca Jutta Scherrer (12). I programmi erano letti e approvati da Kautsky; tra gli insegnanti primeggiavano Bogdanov stesso, Lunacharskij, Gorkij, Pokrovskij. A Capri il corso si componeva di 140 lezioni, delle quali cento erano coperte dalle materie storiche ed economiche; delle 166 lezioni del corso di Bologna, le stesse materie occupavano oltre l’80 per cento del tempo. Gli scopi della scuola erano quelli della preparazione di “rivoluzionari di professione” in grado di diventare buoni propagandisti. Nelle lezioni sulla propaganda, si chiedeva “a ogni allievo di elaborare un capitolo dal libro di Kautsky, ‘Le dottrine economiche di Marx’, e di completarlo con altre fonti… per farne una lezione di propaganda”. “Un intellettuale, aveva scritto Trotsky a proposito di quella attività – acquisisce delle abitudini metodologiche elementari alla scuola secondaria. Come che essa sia, essa disciplina il cervello. E ciò dà all’intellettuale, nel quadro del partito, enormi vantaggi rispetto all’operaio. Quest’ultimo, se lo si strappa alla massa, si sente nudo e indifeso. Il caos dei fatti lo confonde. Perché? Perché manca di metodo. Date all’operaio il metodo e acquisterà la pienezza delle conoscenze…Il partito ha bisogno di lavoratori intellettuali: la scuola intende offrirli al partito (13). Simili iniziative, rivolte spesso, oltre che allo scopo di formare quadri politici, a quello di offrire ai meno abbienti sedi d’istruzione gratuite, erano realizzate anche in zone più periferiche del movimento socialista. Julian Marchlewski, conosciuto sotto lo pseudonimo di Karski, aveva fondato nel 1889 la lega degli operai polacchi, nel cui programma era prevista “l’educazione degli operai attraverso la coscienza dei loro interessi di classe”, “la creazione di circoli culturali e la pubblicazione (legale) di opuscoli”, “la formazione di quadri di agitatori che devono uscire dai “circoli marxisti” degli intellettuali” (14)” [Franco Andreucci, La diffusione e la volgarizzazione del marxismo. (in) ‘Storia del marxismo. Volume secondo. Il marxismo nell’età della Seconda Internazionale, Torino, 1978] [(12) J. Scherrer, ‘Les écoles du parti de Capri et de Bologne: la formation de l’intelligentsia révolutionnaire’, (in ) ‘Cahiers du monde russe et sovietique’, 1978, n. 3, pp. 259-84; cfr, anche in questo volume il suo saggio su Bogdanov e Lenin; (13) Ibid. , p. 259; (14) U. Haustein, ‘Sozialismus und nationale. Frage in Polen. Die Entwicklung der sozialistischen Bewegung in Congresspolen von 1875 bis 1900 unter besonderer Berücksichtigung der Polnischen Sozialistischen Partei (Pps), Köln-Wien, 1969, pp. 60 sgg.]