“A Milano, qualche mese prima, Engels aveva scritto ancora quella lunga lettera a Th. Cuno, 24 gennaio 1872, che compendia tutto ciò che egli aveva da dire contro Bakunin e i suoi compagni (1). Una lettera esplicita del 16 dicembre, contenente «tutto il necessario sugl’intrighi di Bakunin», non era arrivata. Anche J. Ph. Becker voleva scrivere a Cuno «sugl’intrighi di Bakunin». La confutazione dell’anarchia fatta da Engels corrisponde a ciò che egli scrisse un po’ più tardi in ‘Dell’autorità’ (Almanacco Repubblicano per l’anno 1874′, pubblicato da E. Bignami; ‘La Plebe’, pp. 33-37; Marx vi collaborò con un articolo analogo, ‘L’indifferenza in materia pubblica’, pp. 141-148). Engels si fabbrica una finzione assurda che egli chiama anarchia o astensione politica, e si diverte poi a distruggerla. Lo stesso per le indicazioni biografiche su Bakunin; come in tutta la polemica sua e di Marx, sono grossolanamente inesatte. I quattro numeri del ‘Martello’ (Milano) furono sequestrati; il 14 maggio Vincenzo Pezza fu condannato a 5 mesi di carcere e 1,600 lire di multa, il gerente del N. 1 a 3 mesi e 551 lire. Anche Testini era stato arrestato sotto un’altra accusa, ma fu poi messo in libertà. Cuno fu espulso; Engels gli scrive il 22 aprile quando egli è già a Liegi. In questa lettera, in francese, Engels constata che i Romagnoli del ‘Fascio Operaio’ si sono «smascherati come puri Bakuninisti» al loro Congresso in marzo. Non hanno scritto al Consiglio Generale; «troveranno da noi una bella accoglienza. La sezione di Ravenna (Nabruzzi) ci ha scritto, annunziando la sua adesione, ma salva la propria autonomia. Ho chiesto loro semplicemente se accettano o no i nostri Statuti». La ‘Campana’ pare che si morta; la ‘Plebe’, il ‘Fascio Operaio’ (Bologna), l”Eguaglianza’ (Girgenti) e l”Anticristo’ di G. Eandi (Torino) escono ancora. Il 7 maggio, Engels vede «qualche migliore sintomo dall’Italia. I Ferraresi si sono sottomessi, hanno riconosciuto gli Statuti e Regolamenti amministrativi e hanno mandato i loro Statuti perché siano approvato, ciò che è completamente contrario alla parola d’ordine dei Bakuninisti…». Si lamenta che non sia possibile entrare in contatto con gli stessi operai; «dovunque sono intervenuti quei maledetti dottrinari bakuninisti, avvocati, medici, ecc., e si danno delle arie di autentici rappresentanti degli operai…» (…)” (pag 316-317) [Max Nettlau, ‘Bakunin e l’Internazionale in Italia dal 1864 al 1872. Con Prefazione di Errico Malatesta’, Edizioni del Risveglio, Ginevra, 1928] [(1) L’articolo senza firma ‘Le Congrès de Sonvilier (12 novembre 1871) et l’Internationale’, nel giornale Volksstaat di Lipsia, del 10 gennaio 1872, mi sembra parimenti scritto da Engels]