“Prima di proseguire dobbiamo far presente che Rosa Luxemburg non ha affatto dimostrato l’assunto da lei affermato. E’ vero che essa è riuscita a dimostrare bene, ci sembra, che Marx aveva torto nell’assimilare l’accumulazione del capitale nuovo alla riproduzione del capitale vecchio (70). La riproduzione allargata implica effettivamente un “estero”. Essa ha certamente dimostrato che nel caso della riproduzione allargata, gli scambi tra le sezioni I (mezzi di produzione) e II (beni di consumo), persino partendo dagli schemi stabiliti da Marx nel II libro del ‘Capitale’, non si effettuano senza ‘resto’ (71). Tale resto poteva trovare posto soltanto all”esterno’ delle due sezioni. Ma partendo da questo problema reale, a partire da una critica fondata sugli schemi di Marx che parevano evitare o aggirare la difficoltà, più che risolverla (72), Rosa Luxemburg giunge ad affermare che il “plusvalore che deve essere capitalizzato (…) non può esserlo però, in ambiti capitalistici” (73). Già qualche pagina prima aveva scritto che “questa realizzazione (…) era un compito insolubile in una società composta unicamente di operai e di capitalisti” (74). E’ su questo punto che le concezioni di Rosa Luxemburg sono state più vivacemente criticate persino da economisti che, come Fritz Sternberg (75), hanno sempre dimostrato nei suoi confronti una viva ammirazione. Concludendo la sua polemica, Otto Bauer scrive: “A nostro avviso, il capitalismo è concepibile anche senza espansione [geografica]” (76). Rosa Luxemburg si prende gioco di questa formula, ma non ha ritenuto opportuno rifiutarla. In realtà, nel corso della sua dimostrazione, nel vocabolario adoperato da Rosa Luxemburg si produce uno slittamento terminologico. Il mercato estero, definito dapprima economicisticamente, si riduce man mano al suo significato geografico, vale a dire che viene riferito ai ‘paesi’ non capitalistici, alle colonie. Nell’espressione ‘nichtkapitalistische Schichten und Länder’, che troviamo di frequente nella sua penna, è la seconda parte, i ‘nichtkapitalistische Länder’, che sarà privilegiata: essendo gli strati non capitalistici in seno ai paesi industrializzati, relegati a poco a poco in secondo piano” [Gilbert Badia, L’analisi dello sviluppo capitalistico in Rosa Luxemburg, Estratto da ‘Annali’, Milano, 1974] [(70) Marx, ‘Theorien über den Mehrwert, MEW, t. 26, pp. 483-84, cit. da Rosa Luxemburg, ‘Akkumulation’, p. 320; (71) Otto Bauer per esempio riconosceva l’esistenza di questo resto, ed è sempre a questo problema che si sono interessati i “marxisti russi”. Cfr. ‘Akkumulation, capp. XVIII-XXIV, pp. 239-98; (72) Perché questo resto non appaia, Marx è obbligato a ricorrere, nei suoi schemi a delle vere acrobazie numeriche. Cfr. ‘Capital’, cit., t. V, pp. 156-57 e le annotazioni critiche di Rosa Luxemburg, ‘Akkumulation’, pp. 93-95; (73) ‘Akkumulation’, p. 330; (74)  ‘Akkumulation’, p. 320-21; (75) Nella sua opera ‘Der Imperialismus’ (Berlin, 1926) Sternberg enumera quattro elementi che, in un sistema capitalistico, permettono di allargare gli sbocchi ai fini dello smercio della produzione eccedente: 1) l’accrescimento del potere d’acquisto della popolazione; 2) l’accrescimento numerico della popolazione; 3) l’integrazione di territori non capitalistici; 4) il commercio estero; (76) Otto Bauer, in ‘Neue Zeit’, 1913, n. 24, p. 874. Vedi anche ‘Antikritik, p. 113]