“Fin dalle sue origini la borghesia è essenzialmente individualista – la sua stessa esistenza poggia su una ‘cellula’ economica che, per difendere la propria esistenza autonoma, conduce una lotta concorrenziale senza tregua contro le altre cellule – ma nel ‘rentier’ questo individualismo è ancora maggiore. Costui non conduce alcuna vita sociale, vive in isolamento; i suoi legami sociali sono interrotti, neppure gli obiettivi generali di classe riescono a coagulare questi “atomi sociali”. Si assiste non solo alla scomparsa di ogni interesse per le imprese capitalistiche, ma anche di qualsiasi pensiero attinente al campo “sociale”. L’ideologia di questo gruppo sociale è quindi essenzialmente individualistica; sul piano estetico questo individualismo di classe ha modo di esprimersi meglio: qualsiasi modo di affrontare i problemi sociali appare ‘eo ipso’ “anti-artistico”, “grossolano”, “tendenzioso”. La mentalità del proletariato si forma, invece, in modo completamente diverso; ben presto esso infatti abbandona la scorza individualista della sua classe di origine: la piccola borghesia urbana e agraria. Confinato tra le mura di cemento delle grandi città, concentrato in luoghi di lavoro comune, il proletariato acquisisce rapidamente una psicologia collettiva e una forte sensibilità per i legami sociali; solo ai primi stadi del suo sviluppo, quando non è ancora una classe pienamente formata, il proletariato presenta ancora tendenze individualistiche, destinate però a sparire senza lasciare tracce. Il proletariato si sviluppa quindi in direzione opposta rispetto alla borghesia; mentre la sua psicologia diventa collettivistica, l’atteggiamento individualistico rimane uno dei tratti fondamentali della borghesia. ‘Un individualismo crescente – questa è la seconda caratteristica del rentier’. La terza caratteristica, comune d’altra parte a tutta la borghesia, è la paura del ‘proletariato, la paura di imminenti rivolgimenti sociali’. Il ‘rentier’ non è capace di fare programmi: la sua “filosofia” si riduce alla formula: “approfittiamo del momento”, ‘carpe diem’; il suo orizzonte non supera il presente (…)” [N.I. Bucharin, Introduzione] [N.I. Bucharin, L’economia politica del ‘rentier’, 1970]
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- Articolo pubblicato:18 Giugno 2014