“La profonda conoscenza dei problemi fondamentali della concezione materialistica della storia e la sua sicurezza di principi fecero sì che Franz Mehring si trovasse ad appartenere fin dall’inizio (in occasione del diverbio iniziato nella socialdemocrazia tedesca da Eduard Bernstein sin dal 1897 con il suo attacco antimarxista), a quel gruppo di teorici designati fin dall’inizio come marxisti “ortodossi”, e che più tardi divenisse uno dei capi dell’ala sinistra della socialdemocrazia tedesca e co-fondatore del partito comunista. Mehring riuscì soprattutto ad evitare l’errore di derivare meccanicisticamente il fenomeno delle sovrastrutture dalla base economica, contro il quale era stato messo in guardia dalla lettera di Engels a lui diretta nel luglio 1893 sulla ‘Leggenda di Lessing’. In essa Engels aveva scritto tra l’altro: “(…) Del resto manca ancora solo un punto, che però, anche nelle questioni tra me e Marx, non è stato sufficientemente messo in evidenza, e del quale abbiamo la stessa responsabilità: infatti noi tutti abbiamo posto e ‘dovuto porre’ dapprima l’accento principale sulla ‘derivazione’ dei concetti politici, giuridici e in generale ideologici e sulle azioni derivate da questi concetti, da dati di fatto economici fondamentali. Qui abbiamo trascurato il lato formale per quello sostanziale: il modo e la maniera in cui vengono alla luce questi concetti (…). Questo lato della questione, che qui posso solo accennare, io credo che l’abbiamo tutti trascurato più di quanto non meritasse. E’ la vecchia storia: all’inizio si trascura sempre la forma per il contenuto (…)” (16)”  [Georg Fülberth, Il marxismo di Mehring, Estratto da ‘Annali’ 1973, Milano, 1974] [(16) Mew, vol. 39, pp 96, 98]