“E’ noto a quale calda discussione dette luogo la famosa introduzione di Engels alle ‘Lotte di classe in Francia nel 1848-50’ di Marx. Nelle sue ‘Premesse del socialismo’ E. Bernstein fece il tentativo di fare di questa introduzione un testamento politico di Engels, col quale uno dei fondatori della “dottrina più rivoluzionaria che il secolo XIX abbia veduto” si sarebbe staccato dal suo passato rivoluzionario e avrebbe lasciato ai suoi allievi il compito di riparare con tutti i mezzi l’errore compiuto da lui e da Marx. Contro questa falsificazione delle parole di Engels insorse subito con una protesta decisa Kautsky. Nel far questo ammise che il testo reale di Engels differiva alquanto dal testo reso pubblico. Se dalla introduzione non esce con la necessaria chiarezza e precisione la concezione rivoluzionaria di Engels, “non lui ne ha colpa, ma amici tedeschi che avevano fatto pressione su di lui perchè lasciasse cadere la conclusione dello scritto, ‘perché troppo rivoluzionaria’. Essi pensavano che anche senza di essa, la introduzione era abbastanza chiara. I fatti mostrano però che non è così”. Dopo aver detto questo Kautsky faceva la proposta seguente: “Bernstein possiede i manoscritti lasciati dal nostro Maestro. Se fra di essi si trova anche il manoscritto della introduzione col passo soppresso, gli chiedo di pubblicare questa conclusione, che Engels acconsentì a togliere non per convinzione intima, ma per considerazioni esteriori. Così sarà provato chiaramente che Bernstein ha ben poca ragione di richiamarsi a Engels”. Non rimaneva quindi altro da fare che chiamare a testimonio lo stesso Engels. Orbene, risultò che Engels aveva già protestato energicamente, mentre ancora era in vita, contro la contraffazione revisionista della sua introduzione. Lafargue infatti pubblica il passo seguente di una lettera mandatagli da Engels in data 3 aprile 1895: “X si è permesso con me un brutto scherzo. Ha tolto dalla mia introduzione agli scritti di Marx sulla Francia nel 1848-50 tutto ciò che gli sembrava utile per sostenere la tattica pacifista ad ogni costo e ripugnante alla violenza, tattica che gli piace predicare da qualche tempo, soprattutto nel momento attuale, in cui si preparano a Berlino delle leggi eccezionali. Una simile tattica invece io non la consiglio che per la Germania attuale e ancora con una buona riserva. Nella Francia, nel Belgio, in Italia, nell’Austria questa tattica non può essere seguita nel suo assieme e per la Germania essa potrà diventare inapplicabile domani… ” (1). Un’altra prova che Engels era tutt’altro che edificato dell’uso che si era fatto della sua introduzione la si trova in un articolo di Kautski stesso, da lui ripubblicato nel suo opuscolo La via del potere (K. Kautsky, “Alcune constatazioni a proposito di Marx ed Engels”, Neue Zeit, XXV, 1, 2 ottobre 1908). (…)” [‘A proposito di una falsificazione del pensiero di Engels. (Dall’archivio)’, Prometeo, n° 16-17, 1971] [(1) Le Socialiste, 24 novembre 1900. “X… vient de me jouer un joli tour. Il a pris de mon introduction aux articles de Marx sur la France de 1840-50 tout ce qui a pu lui servir pour soutenir la tactique à tout prix paisible et antiviolente, qu’il lui plait de précher depuis quelque temps surtout en ce moment, aù on prépare des lois coercitives à Berlin. Mais cette tactique je ne la prêche que pour l’Allemagne d’aujourd’hui, et encore sous bonne réserve. Pour la France la Belgique, l’Italie. l’Autriche cette tactique ne saurait être suivie dans son ensemble et pour l’Allemagne alle pourra devenir inapplicable demain”]