“Una rivoluzione è un puro fenomeno naturale che viene guidato piuttosto da leggi fisiche che secondo le regole che determinano l’evoluzione della società nei tempi normali. O piuttosto, nella rivoluzione queste regole assumono un carattere molto più fisico, la forza materiale della necessità si rivela con maggior violenza. E in quanto si agisce come rappresentanti di un partito, si è presi in questo vortice di incoercibile necessità naturale. Solo per il fatto di mantenersi ‘independent’ essendo in realtà più rivoluzionari degli altri, si può almeno per un certo tempo conservare la propria indipendenza di fronte a questo vortice, ma si finisce poi per venirvi trascinati dentro. Nelle prossime vicende possiamo e dobbiamo assumere questa posizione. Non soltanto nessuna posizione ufficiale, nello stato, ma anche, finché è possibile, nessuna posizione ufficiale nel partito, nessun seggio in comitati ecc., nessuna responsabilità per conto di somari, critica spietata per tutti, e inoltre quella serenità che tutte le cospirazioni di queste teste di pecora non ci leveranno davvero. E questo possiamo farlo. Possiamo nella realtà essere sempre più rivoluzionari di tutti i frasaioli, perché noi abbiamo imparato qualche cosa e loro no, perché noi sappiamo che cosa vogliamo e loro no, e ‘because, after what we have seen for the last three years, we shall take it a great deal more coolly than any one who has an interest in the business’ [Perché, dopo quello che abbiamo visto negli ultimi tre anni, prenderemo la cosa molto più freddamente di ogni altro che sia interessato alla faccenda]. La cosa principale per il momento è la possibilità di far stampare le nostre cose; o in una rivista trimestrale, in cui attaccare direttamente e consolidare la nostra posizione di fronte alle persone; o in grossi volumi, dove fare la stessa cosa senza avere neanche la necessità sia pur di nominare uno di questi ragni” [Engels a Marx, 13 febbraio 1851] [(in) Marx – Engels, Carteggio Marx-Engels. I. (1844-1851), 1972]