“Sul piano delle vicende editoriali, l’ultima testimonianza di un’epoca tutto sommato ottimistica furono i ‘Gesammelte Schriften’ di Marx ed Engels del periodo 1852-1862, curati da David Borisovic Rjazanov, l’uomo cui dobbiamo le basi, anche morali, del passaggio della ‘Marx-Forschung’ alla piena maturità filologica: quest’edizione, rimasta largamente incompleta e pubblicata a Stoccarda nel fatale 1917, comprendeva in due volumi esemplarmente commentati gli articoli giornalistici marxengelsiani, tradotti dall’inglese da Luise Kautsky, dei soli anni 1852-1855. Fu ristampata nel 1920 e subito si capì, morto Mehring nel 1919, che Rjazanov, un menscevico ora divenuto bolscevico, per competenza, capacità, cultura, relazioni personali e probità intellettuale era la persona che meglio poteva mettere insieme l’opera di Marx ed Engels. Così, consolidatosi in Russia il potere dei bolscevichi, venne sin dal 1920 creata una “commissione Marx” all’interno delle edizioni di Stato della nuova repubblica dei Soviet. Nel 1921, con la creazione dell’Istituto Marx-Engels di Mosca, il progetto di pubblicare l’opera completa di entrambi sembrò diventare una realtà. Rjazanov riuscì a mantenere, nonostante tutto, memore dei valori umanistici e socialisti comuni, buoni rapporti con la socialdemocrazia tedesca e anche con la diaspora menscevica, ciò che pagherà carissimo, così che già nel 1923 poté portare da Berlino a Mosca 7.000 fotografie – oggi si direbbero fotocopie – di manoscritti marxengelsiani. Nel 1924 l’SPD cedette ai sovietici i diritti di pubblicazione e Rjazanov rimise materialmente insieme i pezzi dell”Ideologia tedesca’ che si trovavano dispersi nelle biblioteche di Bernstein e Viktor Adler. A partire dal 1927, tra Francoforte Berlino e Mosca, cominciarono ad uscire, in lingua tedesca e non russa, come pure fu oggetto di discussione, i volumi della prima MEGA. Avrebbero dovuto essere 40, divisi in tre sezioni: le opere politiche, filosofiche e storiche in 17 volumi, il lavoro di critica dell’economia politica cresciuto intorno al ‘Capitale’, e prima e dopo di esso, in tredici volumi, il carteggio tra Marx ed Engels, e degli stessi con gli altri corrispondenti, in dieci volumi. Uscirono in realtà solo 12 volumi in tutto. Nel 1930, inoltre nel clima politico turbato nella Germania di Weimar dalla strategia del “socialfascismo”, l’SPD rescisse il contratto. Intanto, però, a Mosca, grazie al lavoro indefesso di Rjazanov, che aveva anche fatto acquistare materiale non presente nell’archivio della SPD, erano stati acquisiti 15.000 documenti originali e 175.000 fotocopie. Lo stesso Rjazanov, tuttavia, nel 1931, dopo aver fatto dichiarare a un suo collaboratore che praticamente tutto era stato decifrato e dattilografato, venne rimosso, deportato, sostituito dal servile e grigio Adoratskij e fatto sparire. Solo da non molti anni sappiamo con certezza che è stato fucilato frettolosamente nel 1938, dopo una parvenza di processo, senza essersi piegato a “confessare” delitti inesistenti. Dei dodici volumi usciti tra il 1927 e il 1935 Rjazanov ne curò direttamente solo 5 (più due volumi del Marx-Engels Archiv) (…)” [Bruno Bongiovanni, Leggere Marx dopo il marxismo. Per una storia della ‘Gesamtausgabe’, Belfagor, Firenze, n° 299 V 30 settembre 1995]
- Categoria dell'articolo:Nuove Accessioni
- Articolo pubblicato:20 Marzo 2014