“A Genova esiste una tradizione libertaria e anarco-sindacalista che risale al processo di formazione del movimento operaio, alle peculiarità della prima Internazionale in Italia, alle reazioni spontanee provocate dal marciume della seconda Internazionale, quindi alle caratteristiche del primo dopoguerra rosso quando una Camera del Lavoro importante come quella di Sestri Ponente era a direzione anarco-sindacalista. La scelta individuale, contornata da aspirazioni e da atteggiamenti ideali propri dell’età giovanile, si conforma ad una scelta collettiva, legata certamente a quella tradizione, ma soprattutto come affermazione del rifiuto dell’opportunismo togliattiano. Si esprime come esigenza e modo ancora confuso di salvare il salvabile di fronte all’ondata opportunistica che finirà per bloccare e sommergere il movimento di classe scaturito dalla lotta contro il fascismo. Quando inizieranno queste “cronache operaie” il processo di formazione individuale si sarà già innestato in un processo collettivo indirizzato alla ricostituzione del partito di classe. Ovviamente, come testimoniano forme e contenuti di queste stesse cronache, tale processo risentirà per un certo periodo dell’iniziale collocazione ideologica. Ma già vi è la coscienza dell’organizzazione e del rapporto avanguardia-classe. Il responsabile di queste “cronache” era dunque partito con l’idea di far tesoro di tutte le esperienze positive del movimento operaio nelle sue varie componenti e, strada facendo, si è accorto che il primo tesoro da conquistare è l’omogeneità teorica come scienza della rivoluzione. Si è accorto che se Marx aveva impiegato vent’anni per scrivere il “Capitale”, non tanti di meno ne occorrono per assimilarlo e comprenderlo appieno. Infine, nel processo collettivo di formazione, ha potuto appurare che se Lenin aveva dovuto impiegare le energie di una intera generazione di rivoluzionari per liberare il marxismo dalla mistificazione socialdemocratica, lo stesso problema e lo stesso impiego di energie si sarebbe posto a più generazioni per liberare il leninismo dalle mistificazioni dello stalinismo” [Lorenzo Parodi, ‘Capitale e lotte operaie negli anni ’50’, introduzione, (in) ‘Cronache operaie. Corrispondenze di fabbrica degli anni ’50’, Edizioni Lotta Comunista, Milano, 1974]