“L’ASE (Amalgamated Society of Engineers, fondata nel 1851, ndr) fece mostra di accogliere in partenza la nuova situazione di classe della società che era uscita dalla crisi del ’48: essa non solo accettò la rigida stratificazione di classe esistente, anche e soprattutto entro la massa delle ‘working classes’ ma la utilizzò ai fini della propria crescita. L’ASE pose all’ordine del giorno il programma dell’affermazione dell’interesse professionale dei lavoratori, nettamente separato dal loro interesse di classe, e questo programma ebbe effettivamente valore emblematico per l’ «aristocrazia del lavoro» (5) come gruppo sociale distinto dalla grande massa della forza-lavoro industriale. Fu a questa esemplarità tutta politica del tradeunionismo, in contrapposizione alla recente tradizione classista del cartismo, che si rivolsero gli strali di Marx (6). L’ASE non era per lui che una delle manifestazioni di quel ‘new movement’ – composto, oltre ai tradeunionisti, dagli apologeti della cooperazione e della riforma elettorale – che voleva l’estensione del suffragio solo per rendere più saldo alla base il sistema istituzionale borghese (7). L’equilibrio di potere non avrebbe così subito alterazioni, dal momento che il riconoscimento del diritto di esercitare un’influenza legislativa ai gruppi economicamente e culturalmente più progrediti degli operai avrebbe sortito l’effetto di allargare la base di consenso del sistema rappresentativo. È facile intuire quanto tale progetto – che presto si sarebbe guadagnato l’appoggio di John Stuart Mill – dovesse invece riuscire ostico a quelle frazioni politiche che stavano tentando di far rivivere la prassi politica più intransigente del cartismo. La sinistra cartista, nei giorni in cui fu più stretta e diretta la collaborazione con Marx ed Engels (8), si impegnò in una lotta a fondo contro l’ASE e ciò che in essa era politicamente sottinteso. I temi dell’organizzazione di massa contro l’organizzazione sezionale di mestiere, della milizia di classe contro la mediazione contrattualistica, della parola d’ordine dell’abolizione del lavoro salariato contro quella dell’«equo salario per un’equa giornata lavorativa» – tutte le argomentazioni che Marx avrebbe usato anni più tardi nelle pagine conclusive di ‘Salario, prezzo e profitto’ (9) – si trovano anticipate, con una forzatura settari in più, nella polemica che gli ultimi cartisti svilupparono contro i fautori dell’unionismo. Sebbene il «partito del lavoro» non dovesse nascere dalle prime Trade Unions e la sinistra cartista dovesse in breve dissolversi come formazione politica organizzata, in quella contrapposizione d’origine era già riassunta la scissione storica, in Inghilterra, tra movimento tradeunionistico e agitazione politica marxista” (pag 254-255) [Giuseppe Berta, ‘Tra unionismo e cartismo: L’«Amalgamated Society of Engineers» e la sinistra cartista’] [(in) ‘Annali della Fondazione Luigi Einaudi, Torino, n. 9, 1976, stampa 1977] [(5) Sulla ‘labour aristocracy’, cfr. oltre al classico Eric J. Hobsbawm ‘The labour aristocracy in ninettenth-century Britain’, in ‘Labouring men. Studies in the history of labour’, London, 1968, pp. 272-315, John Foster, ‘Class struggle and the Industrial Revolution. Early industrial capitalism in three English towns’, London, 1974, in particolare il cap. VII ‘Liberalization’ e Keith Burgess, op.cit., passim; (6) Cfr. l’accenno all’ASE nella lettera a Engels del febbraio 1852, in: Karl Marx- Friedrich Engels, Carteggio, Roma, 1950-53, II, p. 25; (7) Cfr. la lettera di Marx a Engels del 23 settembre 1852. Ivi, p. 121; (8) Sulla sinistra cartista dopo il 1850, si vedano i materiali raccolti in: British Museum Library, Francia Place Collection, Set 48, VI-VII-VIII-IX; Robert George Gammage, ‘History of the Chartist movement 1837-1854, Newcastle-on-Tyne and Londond, 1894 (prima edizione 1854); pp. 359 segg; J.T. Ward, ‘Chartism’, London, 1973, pp. 221 sgg; David Jones, ‘Chartism and the Chartists’, London, 1975, pp. 169 segg. In particolare si vedano poi John Saville, ‘Ernest Jones. Chartist’, London, 1952; A.R. Schoyen, ‘The Chartist challenge. A portrait of Geroge Julian Harney’, London, 1958; Alfred Plummer, ‘Bronterre. A Political biography of Bronterre O’Brien 1804-1864’, London, 1971. Per il rapporto di Marx ed Engels con la sinistra cartista, si veda il già citato ‘Carteggio’, particolarmente II, passim; (9) Cfr. Karl Marx, ‘Salario, prezzo e profitto’, Roma, 1970, pp. 105 segg]
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- Articolo pubblicato:6 Gennaio 2022