“Inoltre il pericolo di una guerra mondiale aleggiava in Europa: le manovre politiche di Bismarck avevano irrimediabilmente aizzato sospetti e diffidenze tra gli Stati. In quel periodo Engels pubblicò una serie di articoli sul “Vorwärts”, dal titolo “Può l’Europa disarmare?”, che comparvero nel febbraio e nel marzo del 1893, mentre il Parlamento tedesco discuteva il bilancio delle forze armate. La sua era una posizione assolutamente controcorrente e rivoluzionaria. Nell’opera propone una graduale riduzione del periodo di ferma, sino alla totale estinzione dell’esercito regolare, sostituito dalle milizie popolari, i cui soldati avrebbero ricevuto un’educazione militare già nelle scuole, in tenera età. Inoltre, poiché la Prussia aveva cominciato la corsa agli armamenti sarebbe stato opportuno che l’iniziativa per il disarmo fosse presa dalla Germania. Si legge nella Prefazione alla prima edizione [dell’Antidühring ndr]: “(…) c’è voluto un anno per potermi decidere, trascurando altri lavori, e prendere questa gatta da pelare. Era proprio una faccenda che, una volta affrontata, doveva essere portata fino in fondo. E non era solo molto spiacevole, ma anche molto grossa. La nuova teoria socialista si presentava l’ultimo frutto pratico di un nuovo sistema filosofico. Si trattava quindi di esaminarla in connessione con questo sistema e, di conseguenza, di esaminare il sistema stesso: si trattava di seguire Dühring in quel vasto campo in cui egli trattava di tutte le cose possibili e di altre ancora”. Engels non aveva ancora idea di quali rilevanti conseguenze sarebbero sopraggiunte dopo la pubblicazione di quell’opera. L’Antidühring aveva convertito tutta la socialdemocrazia dell’Europa continentale al marxismo. (Cfr. Gustav Mayer, Friedrich Engels, La vita e l’opera, Giulio Einaudi Editore, Torino, 1969, pag. 238). Già nella seconda edizione (1885), Engels manifesta il suo stupore dinanzi al successo della sua opera (“Non mi aspettavo che il seguente scritto dovesse uscire in una nuova edizione”). E, nella terza (1894) si dirà: “pienamente soddisfatto della diffusione che, dal tempo dell’edizione precedente, hanno avuto le idee rappresentate in questo libro nella pubblica coscienza degli studiosi e della classe operaia e, invero, in tutti i paesi civili del mondo”” [Mario Proto, I due imperi. Ideologie della guerra tra modello prussiano e neoconservatorismo americano, 2005]
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- Articolo pubblicato:2 Febbraio 2014