“Ma è proprio in questo senso che or ora abbiamo parlato dell’apporto più genialmente anticipatore, ed a tutt’oggi, a nostro avviso, più fecondo, che Marx alla scienza economica (e ‘non solo’ a questa) ha recato con l’impiego ‘dei’ metodi matematici nel ‘Capitale’. E certo, dei modelli quantitativi e numerici, quali son quelli marxiani della riproduzione semplice e della riproduzione allargata, sono degli esempi di un tale impiego che hanno fatto e fanno a tutt’oggi epoca, sicché nessuna elaborazione di una “contabilità economica nazionale”, capitalistica o socialistica che sia, potrebbe in alcun modo prescinderne. Ma bisogna pur dire che, in quanto ‘modelli funzionali quantitativi’ dei flussi di beni tra i vari settori dell’economia nazionale (in quanto modelli dell”input-output’, si direbbe oggi), quelli marxiani della riproduzione semplice ed allargata hanno un geniale precedente, se non altro, nel ‘Tableau économique’ del Quesnay, del quale è ben noto quale altissimo conto facesse Marx stesso. Ancor più. Nel ‘Tableau économique’ del Quesnay – come giustamente rileva lo Zangheri nella sua Introduzione al primo volume delle opere del Maestro del pensiero fisiocratico francese – c’è già anche la “scoperta, assolutamente nuova, dell’esistenza negli assiomi economici di rapporti necessari, che hanno i caratteri dei meccanismi fisici o, più esattamente, di quei meccanismi biologici che il Quesnay ha studiato nella natura vivente. Ora l’economia ha trovato il proprio spazio, ha scoperto se stessa come “totalità”. Essa non abbisogna di presupposti che non siano nei fatti, non richiede una conferma che la garantisca e la trascenda. L'”ordine naturale” serve a stabilire un sistema di norme irrecusabili, dotate di una immanente e fisica necessità…” (44). In questo senso si può ben dire, pertanto, che – nel ‘Tableau économique ‘ del Quesnay – gli schemi marxiani della riproduzione semplice ed allargata possono e debbono riconoscere un precedente non solo in quanto modelli quantitativi ‘funzionali’, bensì anche e persino (almeno nelle intenzioni del Quesnay stesso), come modelli quantitativi ‘strutturali’: come modelli, cioè, nei quali la definizione qualitativa e quantitativa dei flussi di beni tra i vari settori della economia viene considerata non già come un semplice ‘dato’, ma viene riferita e deriva dall’identificazione di una ‘struttura’, appunto, di un “sistema di relazioni necessarie” intrinseco a quella determinata economia stessa” [Emilio Sereni, Assiomatica struttura e metodo nel Capitale, Critica marxista, Roma, n° 1 gennaio-febbraio 1968] [(44) François Quesnay, Scritti economici, a cura di Renato Zangheri, Bologna, 1966, c. I., p. XXI]
- Categoria dell'articolo:Nuove Accessioni
- Articolo pubblicato:24 Gennaio 2014