“E’ merito della Luxemburg aver affrontato con grande chiarezza e franchezza critica il problema del “ristagno” nel marxismo, proprio perché avvertiva, come si è visto, l’urgenza di una crescita teorica del movimento. Ma quale spiegazione ci dà di quel ristagno? Ella scrive: “Se noi (…) ora percepiamo nel movimento un ristagno teorico, non è perché la teoria marxiana, a spese della quale viviamo, sia incapace di sviluppo o sia ‘superata’, ma al contrario perché noi abbiamo già attinto all’arsenale marxiano le armi spirituali più importanti, che ci erano necessarie nello stadio di lotta trascorso, senza con ciò esaurirlo; non perché noi si abbia ‘superato’ Marx nella lotta pratica, bensì al contrario, perché Marx nella sua creazione scientifica ci ha anticipati in quanto partito di lotta attivo sul piano della prassi; non perché Marx non basti più per le nostre necessità, ma perché queste non bastano ancora per l’utilizzazione dei pensieri marxiani” (R. Luxemburg, Scritti scelti, 1963, pp. 264-265). Ma è una spiegazione che, facendo un gran complimento a Carlo Marx, ne fa uno assai meno apprezzabile alla scienza da lui creata ritenendola tutto sommato incapace di alimentare sul piano delle idee il fenomeno più tipico ed esemplare della scienza: l’anticipazione”[u.c., Considerazioni sugli scritti di Rosa Luxemburg, Critica marxista, Roma, n° 4-5 luglio ottobre 1964]