“Marx critica il Partito Operaio [Tedesco] perché “tratta lo Stato come un ente indipendente, che ha le sue proprie ‘basi spirituali e morali libere'” e perché non riesce a superare il concetto di Stato borghese, come “organismo separato dalla società in seguito a una divisione del lavoro” (cioè a una divisione in classi della società stessa). Siamo qui davanti al nucleo decisivo del pensiero marxiano sullo Stato, all’ultimo svolgimento di una linea impostata da più di trenta anni e che, sebbene con ambiguità e contraddizioni di formulazione, arriva dalla ‘Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico’ (1843) e dalla ‘Questione ebraica’ (1844) fino alla ‘Critica al programma di Gotha’ (1875), passando per la verifica strutturale e il determinante approfondimento del ‘Capitale'” (pag 5); “In tal modo occuparsi dello Stato come “affare generale” diviene un monopolio (p. 78), burocrazia e privatismo si sostengono a vicenda. Con la rivoluzione francese tutte le classi sono divenute da immediatamente politiche, sociali, a eccezione della burocrazia, per cui posizione politica e civile coincidono, e a cui si contrappone una società dove criteri distintivi sono diventui (‘arbitrariamente’, a differenza dell’organicismo e della fissità degli ‘Stände’) ‘denaro e cultura’ (cfr. pp. 93-94). Con acuta intuizione Marx coglie l’elezione delegata, cioè la partecipazione della società civile alla società politica mediante ‘deputati’, come espressione della loro separazione e della loro unità soltanto dualistica (p. 133): è una critica radicale della rappresentanza parlamentare, che sta a fondamento di tutta l’ulteriore evoluzione del pensiero marxista e poi leninista verso forme nuove di democrazia diretta e di fusione dell’attività legislativa ed esecutiva. Nello stesso senso va la notazione di p.66, secondo cui “il potere governativo è il più difficile da sviluppare. Esso appartiene all’intero popolo in grado molto più alto che non il potere legislativo”, che sarà ripresa nell’analisi dell’esperienza della Comune di Parigi (1) e in una postilla di Engels alla Critica del 1875, che respinge la richiesta di una legislazione da parte del popolo, come rivendicazione confusionaria e controproducente e oppone vagheggiamenti di referendum alla svizzera il concetto di ‘amministrazione’ da parte del popolo. E’ noto come questi motivi ritornino largamente nel leniniano ‘Stato e rivoluzione'” [Augusto Illuminati, introduzione] [(in) Karl Marx, Critica al programma di Gotha, 1968] [(1) Nella ‘Guerra civile in Francia’, Marx sottolinea come la Comune fosse “non un organismo parlamentare, ma di lavoro, esecutivo e legislativo allo stesso tempo”, i funzionari giudiziari vengono spogliati della loro “sedicente indipendenza”; la revoca del mandato e i suo carattere imperativo devono servire ad assicurare un rapporto pratico fra mandatari e mandanti, “invece di decidere ogni tre o sei anni quale membro della classe dominante dovesse mal rappresentare il popolo nel parlamento” (Il partito e l’internazionale, pp. 178-179)]