“Se nell”Ideologia tedesca’ la critica di Marx si rivolge principalmente alle “forme illusorie” della coscienza umana, alle “frasi” dei giovani hegeliani che “non combattono il mondo realmente esistente quanto combattono le frasi di questo mondo” (29) e ne deduce che “la morale, la religione, la metafisica e ogni altra forma di coscienza che ad esse corrispondono, non conservano oltre la parvenza dell’autonomia” in quanto esse “non hanno storia, non hanno sviluppo” autonomo, “ma sono gli uomini che sviluppano la loro produzione e le loro relazioni materiali” e su questa base sviluppano “la ‘loro’ coscienza” (30), negli scritti successivi (nei manoscritti preparatori del ‘Capitale’ e della ‘Storia delle teorie sul plusvalore’) l’ideologia stessa viene presa in considerazione come realtà che si sviluppa e ci si sofferma su di essa in quanto ‘riflesso, documento’ di fasi determinate della ‘storia’ della realtà sociale complessiva. La ‘critica dell’economia politica’, pur esponendo le categorie economiche in un ordine ‘logico’, inverso alla loro relazione ‘naturale’, corrispondente alla successione dello sviluppo ‘storico’, si fonda su un’analisi (critica) delle teorie economiche. “In realtà, io, in privato, ho cominciato a scrivere il Capitale proprio nell’ordine inverso (iniziando con la terza parte di carattere storico) rispetto a quello in cui viene presentato al pubblico” (31). Ben lungi dal ‘respingere’ l’economia politica borghese in seguito ad una “rottura epistemologica” con essa, Marx, dopo aver individuato differenti livelli nell’ambito di questa (ad es. economia “classica” ed economia “volgare”) procede all’individuazione dei legami tra teoria economica e oggettiva ‘realtà’ economico-sociale, e quindi delle corrispondenze reali delle illusioni, interpretazioni feticizzanti e contraddizioni che si manifestano nel pensiero. Certo, osserva Marx, “è più facile trovare mediante l’analisi il nocciolo terreno delle nebulose religiose [ideologiche, ecc.] che, viceversa, ‘dedurre’ dai rapporti reali di vita, che di volta in volta si presentano, le loro forme incielate”. Procedere insomma direttamente dall’indagine della “cosa in sé”, individuare il ruolo che ‘nella realtà’ ha il pensiero, piuttosto che ciò che ‘nel pensiero’ si richiama alla realtà. “Quest’ultimo è l’unico metodo materialistico e quindi scientifico, I difetti del materialismo astrattamente modellato sulle scienza naturali, che esclude il ‘processo storico’, si vedono già nelle concezioni astratte ed ideologiche dei suoi portavoce appena si arrischiano al di là della loro specialità” (32)” [Siegmund Ginzberg, Filosofia e politica in “Materialismo ed empiriocriticismo”, Critica marxista, Roma, anno 8 n° 4, luglio-agosto 1970] (pag 100-101) [(29) K. Marx, F. Engels, ‘L’ideologia tedesca, trad. ital. di F. Codino, Roma, 1958, p. 16; (30) Ivi, p. 23; (31) K. Marx F. Engels, Briefe über “Das Kapital”, Berlin, 1954, p. 134 (trad. it. in ‘Lettere sul Capitale’, Roma, 1969, p. 43, lettera di Marx a S. Schott, 3 nov. 1877; (32) K. Marx, Il Capitale, trad. it.. di D. Cantimori, Roma, 1964, pp. 414-15, nota]