“Dopo un ennesimo periodo di detenzione [Most] fu accompagnato al confine. Emigrò a Londra nel ’79. Qui cominciò immediatamente a pubblicare il settimanale “Freiheit”, che dapprincipio non dispiaceva a Marx (13). Solo che ben presto apparvero su di esso articoli di denuncia contro i capi del partito socialdemocratico e contro certe posizioni che giudicava opportuniste. Finché il 26 aprile 1879 uscì un articolo intitolato ‘In memoria del socialismo tedesco”, dichiaratamente anarchico (14). Il 26 giugno Engels scrive a Eduard Bernstein: “che qui io, e quindi naturalmente anche Marx, sia d’accordo col contenuto della locale “Freiheit” è proprio il contrario della verità” (15). Ancora più decisa la condanna di Marx. Nella lettera a Adolph Sorge del 19 settembre Marx scrive: “I nostri punti di dissidio con Most non sono assolutamente quelli del signore di Zurigo (Jüdel Bernstein, ndr), del trio “Dr Höchberg-Bernstein (suo segretario)-Schramm”. Noi non accusiamo Most del fatto che la sua “Freiheit” sia ‘troppo rivoluzionaria’; noi la accusiamo di non avere ‘alcun contenuto rivoluzionario’, ma di vivere soltanto di ‘frasi rivoluzionarie’. Né rinfacciamo a lui di ‘criticare i capi del partito in Germania’, bensì in primo luogo di fare uno ‘scandalo pubblico’, invece di comunicare per iscritto, ‘per lettera’, cioè, come facciamo noi, le opinioni; in secondo luogo però di prendere questo solo come pretesto per rendersi importante (…). Il bravo Most, un uomo borioso come un bambino, crede davvero che le relazioni mondiali abbiano subito un capovolgimento violento solo perché Most in persona non vive più in Germania, ma a Londra. Quest’uomo non è privo di talento, ma uccide il suo talento col troppo scrivere. Inoltre non ha ‘esprit de suite’. Ogni cambiamento di direzione del vento lo spinge ora da questa, ora da quella parte, come una banderuola” (16). La distanza di Most dai teorici del socialismo è ormai incolmabile. Al congresso di Wydener del 1880 fu espulso come anarchico dal partito socialdemocratico. La “Freiheit” uscirà d’ora in poi con questi sottotitoli: “Organo socialdemocratico” fino al n. 34 del 1880, “Organo dei socialisti rivoluzionari” dal n. 41 del 1882, anno in cui si trasferì in America, infine dal n. 27 del 1885 “Organo internazionale degli anarchici di lingua tedesca”” [prefazione di Chiara Sandrin] [(in) Johann Most, Capitale e lavoro. Guida al ‘Capitale’ personalmente riveduta e in parte riscritta da Marx e da Engels, 1979] [(13) Cfr. Mew p. 369; (14) Sulla storia della ‘Freiheit’ cfr. Dieter Fricke, Die deutsche Arbeiterbewegung 1869-1914, Berlino, Dietz, 1976, pp. 389-90; (15) Mew 34 p. 380; (16) Mew 34 p. 410]
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- Articolo pubblicato:5 Dicembre 2013