“Ciò che gli inglesi ancora non sanno è che fin dal 1846 il contenuto economico, e quindi anche lo scopo politico della dominazione inglese in Irlanda, è entrato in una fase del tutto nuova, e proprio per questo il fenianismo assume una tendenza socialista (in senso negativo, in quanto rivolta contro l’appropriazione del suolo) e di un movimento delle classi subalterne. Che cosa può esservi di più ridicolo che mettere sullo stesso piano le barbarie di Elisabetta e di Cromwell, i quali volevano sostituire gli irlandesi con colonizzatori inglesi (in senso romano), e il sistema odierno che li vuole sostituire con pecore, maiali e buoi! Il sistema del 1801-46 (le espropriazioni durante quel periodo erano eccezionali e avvenivano specialmente nel Leinster, dove il terreno era particolarmente adatto all’allevamento del bestiame) con i suoi intermediari e con i canoni d’affitto usurai andò a rotoli nel 1846. La abrogazione delle leggi sul grano, dovuta in parte alla carestia irlandese e da questa comunque affrettata, tolse alla Irlanda il monopolio della fornitura del grano, in momenti normali, all’Inghilterra. Lana e scarpe divennero la parola d’ordine, e si verificò la conversione del terreno arato in pascolo. Perciò da quel momento ha inizio la concentrazione sistematica dei poderi. La legge sui possedimenti ipotecati, che trasformò intermediari arricchiti in proprietari fondiari, accelerò il processo. Estromissione dei coltivatori dalle proprietà in Irlanda! E’ questo l’unico obiettivo della dominazione inglese. Lo stupido governo inglese di Londra non sa niente di questo immenso cambiamento avvenuto dopo il 1846. Ma gli irlandesi lo conoscono. Dalla Meagher’s Proclamation (1848) fino al manifesto elettorale di Hennessy (tory e urquhartista) (1866) gli irlandesi hanno espresso la loro consapevolezza di tali cose nel modo più chiaro e più vigoroso. Ciò che dobbiamo chiederci ora è: che cosa dobbiamo consigliare agli operai inglesi? A mio parere essi debbono fare dell’abrogazione dell’Unione (in breve lo spirito del 1783, solo democratizzato e adattato alle condizioni attuali) un articolo del loro pronunziamento. E’ questa l’unica forma legale e perciò l’unica forma possibile dell’emancipazione irlandese che può essere introdotta nel programma di un partito inglese. L’esperienza dovrà dimostrare più tardi se fra i due paesi possa continuare ad esistere una unione meramente personale. Io credo a metà che si possa, se ciò avviene in tempo. Quello di cui gli irlandesi hanno bisogno è: 1. autogoverno e indipendenza dall’Inghilterra; 2. la rivoluzione agraria. Gli inglesi, con la loro migliore buona volontà non possono farla per loro, ma possono dare loro gli strumenti legali, affinché la compiano da soli; 3. protezione doganale contro l’Inghilterra. Dal 1783 al 1801 l’industria irlandese fiorì in ogni settore. L’Unione, con l’abbattimento della protezione doganale eretta precedentemente dal parlamento irlandese, distrusse ogni attività industriale in Irlanda. Quel po’ di industria di lino non compensa in alcun modo tutto ciò. L’Unione del 1801 produsse sull’industria irlandese gli stessi effetti delle misure prese dal parlamento inglese sotto Anna, Giorgio II, ecc. per sopprimere l’industria irlandese della lana. Non appena gli irlandesi divenissero indipendenti, la necessità li farebbe diventare protezionisti, come il Canada, l’Australia, ecc.. Avrei piacere che tu mi mandassi in poche righe la tua opinione prima che io porti le mie vedute dinanzi al Consiglio Centrale (martedì prossimo, questa volta per fortuna senza l’intervento dei giornalisti). Saluti. Tuo Karl Marx” [dalla lettera di K. Marx a F. Engels del 30 novembre 1867] [(in) K. Marx F. Engels, Sull’Irlanda, 1973]