“Il comunismo si distingue da tutti i movimenti finora esistiti in quanto rovescia la base di tutti i rapporti di produzione e le forme di relazione finora esistite e per la prima volta tratta coscientemente tutti i presupposti naturali come creazione degli uomini finora esistiti, li spoglia del loro carattere naturale e li assoggetta al potere degli individui uniti. La sua organizzazione è quindi essenzialmente economica, è la creazione materiale delle condizioni di questa unione, essa fa delle condizioni esistenti le condizioni dell’unione. (…)” (pag 84, ‘L’ideologia tedesca’); “Niente è più comune dell’idea secondo cui fino ad oggi nella storia non si è trattato altro che di ‘prendere’. I barbari ‘prendono’ l’Impero romano, e col fatto di questo prendere si spiega il passaggio dal mondo antico al feudalesimo. Ma in questo prendere da parte dei barbari importa sapere se la nazione che viene presa ha sviluppato forze produttive industriali, come è il caso presso i popoli moderni, o se le sue forze produttive riposano principalmente sulla sola unione e sulle comunità. Il prendere inoltre è condizionato dall’oggetto che viene preso. Non si può assolutamente prendere il patrimonio di un banchiere, consistente in carte, senza che colui che prende si sottometta alle condizioni di produzione e di scambio del paese preso. Tanto vale anche per tutto il capitale industriale di un moderno paese industrializzato. E infine il prendere ha ben presto un termine dappertutto, e quando non c’è più da prendere si deve cominciare a produrre. Da questa necessità di produrre, che si manifesta assai presto, segue che la forma di comunità adottata dai conquistatori insediatisi in un paese deve corrispondere al grado di sviluppo delle forze produttive ivi incontrate oppure, se al primo momento non è questo il caso, trasformarsi secondo le forze produttive. Ciò spiega il fatto – osservato dappertutto, a quanto si dice – nel tempo che seguì le invasioni barbariche – che i signori divennero servi e che i conquistatori adottarono prestissimo lingua, cultura e costumi dai conquistati” (pag 87-88) [Karl Marx Friedrich Engels, ‘La concezione materialistica della storia. Antologia’. Letture: ‘I tempi della scienza della rivoluzione’, di Arrigo Cervetto, Edizioni Lotta Comunista, Milano, 2008]