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“Berlino 1841. Marx legge Spinoza e annota alcuni passaggi dal ‘Tractatus Theologico-Politicus’ e dalle ‘Lettere’. (…) Nel capitolo XVI, oltre al concetto di natura, abbiamo il concetto di collettivo e di utilità; il concetto di libertà e di causa di sé. “[69] ‘E poiché è legge suprema di natura’ che ciascuna cosa ‘si sforzi di persistere per quanto può nel’ proprio stato” (Quaderno Spinoza, p. 101). Collettivo, Utilità (collective, utilitas). “[71] Vedremo chiaramente che gli uomini per vivere in sicurezza e nel miglior modo, dovettero necessariamente unirsi e far sì ‘da avere collettivamente il diritto che ciascuno per natura aveva su tutte le cose e che questo fosse determinato, non più dalla forza e dall’istinto di ciascuno, ma dal potere e dalla volontà di tutti (ibidem)'”. “[73] Questo diritto della società si chiama “democrazia”, la quale si definisce perciò come l’unione di tutti gli uomini che ha collegialmente pieno diritto a tutto ciò che è in suo potere” (ivi, p. 103). Libertà, causa di sé (libertas, causa sui): “[75] e […] libero è soltanto colui che vive integralmente secondo il solo dettame della ragione […] e, libera in sommo grado è quella repubblica che ha le sue leggi fondate sulla retta ragione, giacché in essa ciascuno può, se vuole, essere libero, ossia vivere integralmente secondo il dettame della ragione… mi pare (cioè il governo democratico) il più naturale e conforme alla libertà e che la natura consente a ciascuno” (ivi, pp. 103-105). Nel capitolo VII, i concetti che ci interessano sono l’uso della lingua, la scrittura, la storia (linguae usu, Scriptura, historia) (…)”  [Margherita Pascucci, La potenza della povertà. Marx legge Spinoza, 2006]