“Per Marx l’economia politica, la teoria dello Stato e del diritto, la filosofia sono aspetti e istituti della società borghese. ‘Il Capitale’ è ‘a un tempo’ analisi critica della società capitalistica e dell’espressione teorica di questo società, l’economia politica (“critica dell’economia politica” è appunto il sottotitolo dell’opera). Di qui il carattere di ‘totalità’ o di ‘globalità’ proprio dell’analisi marxiana della società attuale; totalità e globalità che non risultano però dalla semplice “somma” di scienze particolari (quasi che Marx fosse stato in alcune opere storico, in altre economista, in altre ancora politico, ecc.), bensì dall’unità dialettica dell’oggetto preso in esame, la società borghese, nelle sue componenti reali (socio-economiche) e nelle ‘corrispondenti’ componenti ideologiche (logiche e morali). Korsch sottolinea con grande efficacia l’unità profonda dell’opera di Marx. Egli rileva, per es., il “singolare parallelismo” tra i problemi marxismo-filosofia e marxismo-Stato. “A partire dal 1845 – scrive Korsch – Marx ed Engels hanno caratterizzato il loro nuovo punto di vista materialistico-scientifico come non più filosofico. E se a questo proposito si deve tenero conto che per essi filosofia era sinonimo di filosofia borghese, idealistica, è però opportuno non trascurare il significato di questa identificazione. Si tratta di un rapporto molto simile a quello tra marxismo e Stato. Marx ed Engels non hanno combattuto solo una particolare forma storica dello Stato, essi hanno identificato in termini storico-materialistici lo Stato in generale con lo Stato borghese e su questa base sono giunti a dichiarare la soppressione di ogni Stato come fine ultimo del comunismo; allo stesso modo essi non si limitano a combattere determinati sistemi filosofici, ma con il loro socialismo scientifico in ultima analisi si propongono il superamento e la soppressione di ogni filosofia in generale” (1). E poco dopo Korsch afferma acutamente che tra la negligenza del problema dello Stato e la negligenza del problema filosofico da parte dei marxisti della Seconda Internazionale, esiste un rapporto determinato, che ha la sua radice nel fatto che essi, per usare le parole di Lenin, “in genere si sono occupati ben poco delle questioni della rivoluzione”. In realtà, secondo Korsch, la distruzione rivoluzionaria della società borghese non può non significare per il marxismo anche la distruzione dello Stato e degli altri istituti ed espressioni di questa società, quali appunto la filosofia, ecc.” [Giuseppe Bedeschi, introduzione] [(in) Karl Korsch, Karl Marx, 1974] [(1) ‘Marxismo e filosofia, cit., p. 49]
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- Articolo pubblicato:6 Giugno 2013