“Nella misura in cui la scuola liberista rivendicava per la sua dottrina validità universale nel tempo e nello spazio, indipendentemente da ogni singola esperienza storica, quella protezionistica viceversa accentuava l’importanza della conoscenza dei fatti storici, quale unica vera fonte di valida politica economica. E poiché questa ultima scuola si radicò soprattutto in Germania, dalla Germania derivò una delle spinte maggiori allo studio della storia economica. Ma non fu soltanto la scuola storica tedesca dell’economia ad accreditare l’importanza e l’utilità della storia economica. Contributo determinante in questo senso venne dall’opera di Marx e dei suoi seguaci: del resto che cosa è il ‘Capitale’ di Marx, se non un trattato permeato e dominato dalla storia economica? Né bisogna dimenticare che anche il Comte e la scuola sociologica e positivistica da lui derivata sostennero la necessità della conoscenza della storia economica. Probabilmente fu proprio questa diversità e molteplicità di approcci a rendere più difficile il decollo scientifico e l’affermazione accademica della nuova disciplina. Cos’era, infatti, la storia economica? Un’ancella dell’economia, per individuare le fasi o i tipi reali della vita economica, ai quali adattare adeguati similari modelli di politica economica, come pretendeva la scuola storica tedesca? Oppure un’applicazione di quello che i seguaci di Marx chiamavano materialismo storico per far risaltare dallo studio del passato contrasti e lotte di classe? Od ancora un semplice strumento da usarsi nelle scienze sociali, nel senso che lo studio della storia dei fenomeni economico-sociali consentiva non solo di conoscere meglio i fenomeni presenti, ma anche di prevederne lo sviluppo futuro? Fino al 1918 tentativi di liberare la storia economica da tante ipoteche non erano mancati. Il dibattito era stato particolarmente vivace ad Harvard sia con l’Ashley che con Gay. Ma anche se Harvard, nel non breve cammino che ci volle per passare dall’economismo storico alla storia economica (1), rappresenta senza dubbio una tappa importante bisogna considerare che questo centro universitario non aveva allora in Europa il peso che avrebbe acquistato negli anni trenta, dopo il massiccio afflusso di studiosi e scienziati fuggiti dall’Europa caduta sotto la dittatura” [Luigi De Rosa, La storia economica nell’età di Federico Chabod] [(in) ‘Rassegna economica’, bimestrale del Banco di Napoli, n° 5, settembre-ottobre 1983] [(1) E.F. Gay, “The tasks of Economic History”, in ‘The Journal of Economic History, December 1942, Supplement, p. 9]
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- Articolo pubblicato:28 Maggio 2013