“Dalla crisi come “errore di calcolo” all’armonicismo economico, che evidenzia la capacità capitalistica a mettere in atto le “controtendenze” necessarie, l’ideologia borghese esalta la parte “sana” del capitale contro le sopravvivenze parassitarie  e la speculazione. A questa visione dicotomica Marx contrappone il carattere unitario della produzione borghese, quale si rivela appunto nella crisi: “nella crisi generale di sovrapproduzione la contraddizione non è tra le diverse specie di capitale produttivo, ma tra capitale industriale e capitale di prestito, ossia tra il capitale direttamente coinvolto nel processo di produzione e il capitale che compare in forma (relativamente) autonoma come denaro al di fuori di esso” (K. Marx, Lineamenti , II, p. 16). Alla tesi socialista di una ‘produzione proporzionata’, Marx contrappone la necessità delle sproporzioni come tendenza altrettanto inevitabile: “se la tendenza del capitale è quella di ripartirsi in giuste proporzioni, sua necessaria tendenza – dal momento che stimola senza limiti pluslavoro, superproduttività, superconsumo, ecc. – è altrettanto ‘quella di andare al di là della proporzione'” (Ibid., II, p. 17). L”excursus’ dei ‘Grundrisse’ sembra dunque confermare quanto Marx scrive altrove sulle ‘crisi da sproporzioni’. Ma rispetto al ‘Capitale’ troviamo una formulazione meno rigida della tendenza” [Amedeo Vigorelli, ‘Politica e filosofia nei “Grundrisse” di Marx’] [(in) Pier Aldo Rovatti, Roberta Tomassini, Amedeo Vigorelli, Bisogni e teoria marxista, 1977]