“A suo tempo, “capitalismo” non era solo la definizione accettata del sistema economico vigente; nella parola era implicito il riferimento a coloro che esercitavano il potere economico e di conseguenza politico. Si parlava di capitalismo mercantile, capitalismo industriale, capitalismo finanziario. Espressioni usate ancora oggi, ultima fragile barriera rispetto alla totale ridefinizione del sistema, perfino nelle sue manifestazioni storiche. Non basta il riferimento ‘sic et simpliciter’ per descrivere Venezia, supremo esempio di capitalismo mercantile. E la nozione di rivoluzione industriale rinvia a quella di capitalismo industriale; della sua nascita e della sua potenza. Nel moderno mondo finanziario, d’altra parte, l’allusione al capitalismo non è mai scomparsa del tutto; il legame tra la ricchezza – il possesso di capitali – e il potere è troppo evidente. Ma è indubitabile che la ridefinizione del sistema, la messa al bando della brutta parola “capitalismo”, sia in larga misura riuscita. Parlare di “mercato”, giova ripeterlo, è insulso, fuorviante, insufficiente e irrilevante. E’ un tentativo di proteggersi dal ricordo degli aspetti sgradevoli del potere capitalista nonché, come si è accennato, dall’eredità concettuale di Marx ed Engels e dalla eccezionale abilità retorica dei loro eredi. Oggi si nega che singole imprese e singoli capitalisti detengano il potere economico; che il mercato sia governato in modo ampio ed efficace è qualcosa che non si trova nemmeno in gran parte della dottrina economica. Donde la truffa. Un altro nome ci riempe oggi la bocca: “sistema della grande impresa”. Nessuno può dubitare che gli attuali giganti della produzione di beni e servizi siano una forza dominante nell’economia contemporanea; meno che mai negli Stati Uniti. Ma le allusioni a questo stato di cose sono rare o assenti. Amici e beneficiari del sistema, quando hanno buon senso, preferiscono non attribuire l’autorità ultima alle corporation. Meglio il bonario, vacuo riferimento al mercato” [John Kenneth Galbraith, L’economia della truffa, 2010]