“In altri termini, i rapporti di produzione sono il portato di un certo stadio dello sviluppo delle forze produttive, cioè di tutti quei fattori (tecniche produttive, strumenti di produzione, abilità dei lavoratori ad usarli, organizzazione della produzione, ecc.) che determinano il potenziale produttivo della società (Cfr., a questo proposito, anche O. Lange, ‘Economia politica’, 1962, parte I, pp. 23-24). “Impadronendosi di nuove forze produttive, gli uomini cambiano il loro modo di produzione e, cambiando il modo di produzione, la maniera di guadagnarsi la vita, cambiano tutti i rapporti sociali. Il mulino a braccia vi darà la società col signore feudale, e il mulino a vapore la società col capitalista industriale” (K. Marx, Miseria della filosofia, 1969, p. 94). In quest’ultima citazione, per amor di polemica con Proudhon, Marx prospetta forse un legame tra evoluzione delle forze produttive e rapporti sociali più rigido di quanto in effetti egli pensi debba sussistere. Il punto centrale di Marx è che i rapporti di produzione non possono essere arbitari, ma debbono invece essere adeguati allo stadio che lo sviluppo delle forze produttive ha raggiunto interagendo con esse. I rapporti di produzione che costituiscono la struttura sono, secondo Marx, di due tipi: rapporti tra produttori e cose, e rapporti tra produttori e produttori. Nella società, però, oltre a questi rapporti si stabiliscono anche altri rapporti: giuridici, politici, morali, di costume, ecc., che costituiscono la sovrastruttura e la coscienza sociale. Anche queste debbono, secondo Marx, corrispondere, debbono cioè essere adeguate alla struttura economica della società e quindi allo stadio di sviluppo delle forze produttive. In altri termini, questo elemento è quello più importante, quello che, in ultima istanza, determina l’evoluzione storica della società nel suo complesso (Cfr. F. Engels, Lettera a J. Bloch del 21 sett. 1890, in K. Marx e F. Engels, Sul materialismo storico, 1949, p. 75. Si veda anche l’utilizzazione del metodo del materialismo storico fatta da Marx, in ‘Il diciotto brumaio di Luigi Bonaparte’, 1964). Esso non è però l’unico. Tra sviluppo delle forze produttive, struttura economica, sovrastruttura e coscienza sociale si stabiliscono delle interrelazioni che escludono il meccanicismo nel processo con cui l’evoluzione delle forze produttive influisce sul sistema dei rapporti sociali. Man mano che procede lo sviluppo delle forze produttive i rapporti di produzione divengono sempre meno appropriati in quanto, invece di favorire lo sviluppo delle forze produttive stesse, tendono a ostacolarlo. Sorge così una contraddizione che sarà superata, dialetticamente, mediante l’abolizione dei vecchi rapporti di produzione e l’instaurazione di rapporti di tipo nuovo e in grado di favorire l’ulteriore sviluppo delle forze produttive. In corrispondenza a questa modificazione della struttura economica, si viene a modificare la sovrastruttura e la coscienza sociale” [Terenzio Cozzi, Teoria dello sviluppo economico, 1973]