“”La differenza scientifica tra socialismo e comunismo – diceva Lenin – consiste unicamente in ciò: la prima parola significa il primo gradino della società nuova che sorge dal capitalismo, e la seconda il gradino più alto, ulteriore di questa società” (‘La grande iniziativa’, Lenin, in ‘Marx-Engels-Marxismo’, cit., p. 379). La differenza scientifica fra socialismo e comunismo è chiara. Marx chiama “prima” fase o fase inferiore della società comunista ciò che comunemente viene chiamato socialismo. La parola “comunismo” può essere anche qui usata nella misura in cui i mezzi di produzione divengono proprietà ‘comune’, purché non si dimentichi che ‘non è’ un comunismo completo. Ciò che conferisce un grande pregio all’esposizione di Marx è ch’egli applica conseguentemente anche qui la dialettica materialistica, la teoria dell’evoluzione, e considera il comunismo come un qualcosa che si sviluppa ‘dal capitalismo’. Anziché attenersi a definizioni “escogitate” scolastiche e artificiali, a sterili dispute su parole (che cos’è il socialismo? che cos’è il comunismo?), Marx analizza quelli che si potrebbero chiamare i gradi della maturità economica del comunismo. Nella sua prima fase, nel suo primo grado, il comunismo ‘non può’ essere, dal punto di vista economico, completamente maturo, completamente libero dalle tradizioni e dalle vestigia del capitalismo. Di qui il fenomeno interessante qual è il mantenimento dello “angusto orizzonte giuridico ‘borghese'” nella prima fase del regime comunista. Certo, il diritto borghese, per quel che concerne la ripartizione degli oggetti di ‘consumo’, suppone pure necessariamente uno ‘Stato borghese’, poiché il diritto è nulla senza un apparato capace di ‘costringere’ all’osservanza delle regole giuridiche (Lenin, Stato e rivoluzione’, cit., p. 193). Censimento e controllo: ecco l”essenziale’, ciò che è necessario per “regolare” il funzionamento della società comunista ‘nella sua prima fase'”” [G. Zinoviev, Il leninismo] [(in) ‘La ‘rivoluzione permanente’ e il socialismo in un paese solo’, 1973. Scritti di N. Bucharin, I. Stalin, L. Trotski, G. Zinoviev]