“”La società come essa appare all’economista” scrive Marx “è la ‘società borghese’, nella quale ciascun individuo è un insieme di bisogni e non esiste per l’altro, così come l’altro non esiste per lui, se non nella misura in cui divengono un mezzo l’uno per l’altro. L’economista – e così il politico con i suoi ‘diritti dell’uomo’ – riduce tutto all’uomo, cioè all’individuo, che spoglia di ogni determinatezza, per riconoscerlo soltanto come capitalista o come operaio. La ‘divisione del lavoro’ è l’espressione economica del ‘carattere sociale del lavoro’ nel quadro dell’alienazione” (K. Marx, Manoscritti)” [Vittorio Tranquilli, Il concetto di lavoro da Aristotele a Calvino, 1979]