“Quando Engels, come ricorda Mastellone, convince Harney nel ’46 ad affidare al “dottor Marx” la stesura di un programma che consenta alle associazioni operaie di prevalere sulle altre frazioni del movimento democratico, muove dalla conoscenza del livello a cui era giunta l’elaborazione del materialismo storico: “Quando, nella primavera del 1845, rividi Marx a Bruxelles – egli scrive nella Nota all’edizione tedesca del  ‘Manifesto’, del 1890 – egli aveva già elaborato fino in fondo tale concezione” (K. Marx, Manifesto del Partito comunista, cit, p. 40). Nella ‘Storia della Lega dei Comunisti’, scritta nel 1885, ancor più diffusamente aveva affermato: “Non credo che ci fosse allora in tutta la Lega un solo uomo che avesse mai letto un libro di economia. Ma ciò poco importava: l'”eguaglianza”, la “fraternità” e la “giustizia” aiutavano per il momento a superare qualsiasi vetta teorica. Frattanto si era venuto formando (…) un secondo comunismo, essenzialmente diverso (…), secondo il quale la politica e la sua storia devono essere spiegate sulla base dei rapporti economici e del loro sviluppo, e non viceversa. Quando ci ritrovammo nella primavera del 1845 a Bruxelles Marx dai principi fondamentali sopra indicati aveva già sviluppato in pieno nelle linee fondamentali la sua concezione materialistica della storia” (K. Marx, Manifesto del Partito comunista, a cura di Emma Cantimori Mezzomonti, Einaudi, Torino 1967 pp. 256-257). Il nocciolo del pensiero politico di Marx è nel sinolo “materialismo storico” – “critica dell’economia politica”. Dei tre punti della lettera a Weydemeyer citata all’inizio il più importante è il primo, nel quale Marx ricorda che la sua scoperta più importante era stata quella di dimostrare “che l”esistenza delle classi’ è soltanto legata a ‘determinate fasi di sviluppo storico della produzione'”. La scoperta di Marx è dunque nella comprensione della ‘storicità’ del modo di produzione capitalistico” [Giuseppe Vacca, Il “Manifesto del Partito Comunista” e il problema storico della democrazia] [in ‘Il Manifesto del Partito Comunista in Inghilterra’, di S. Mastellone L. Canfora, B. De Giovanni G. Vacca, 2005]