“Il Marx della ‘Deutsche Ideologie’ contesta quindi a Feuerbach il diritto di chiamarsi comunista, come egli aveva fatto in una sua risposta a Max Stirner, nella quale aveva asserito che l’egoismo, del quale Stirner si faceva sostenitore, doveva essere necessariamente integrato dal comunismo (1). Tale contestazione implica la necessità di mettere in discussione la fondazione stessa del comunismo feuerbachiano, il quale, allo stesso modo della filosofia critica di Bruno Bauer e della concezione stirneriana, ha la sua base nella ‘filosofia speculativa’, esclude da sé ogni fondamento storicistico e in particolare non ha possibilità alcuna di legarsi alla dottrina del materialismo storico, che è per Marx l’unico fondamento possibile del socialismo scientifico. Anche se Feuerbach – e Marx non trova difficoltà ad esprimere chiaramente questo riconoscimento del valore positivo del suo atteggiamento – si spinge più avanti di quanto abbiano fatto gli altri ‘ideologi’, egli non cessa “di essere teorico e filosofo”. Nella ‘Deutsche Ideologie’ Feuerbach è visto come colui il quale, all’interno dell”ideologia’, senza superarne i limiti, ha posto il problema di quel superamento, quando, cercando di richiamare la filosofia dal cielo in terra, ha presentato “il mondo religioso come l’illusione del mondo terreno” ed ha aperto “la strada della concezione materialistica della storia”. Fare i conti con lui significa per Marx fare i conti con il proprio passato, collocare la filosofia feuerbachiana come il tratto d’unione necessario, nel ripensamento critico che egli ha fatto di quella filosofia, tra l’esigenza della fondazione di una filosofia ‘realmente critica’, esigenza che la Sinistra Hegeliana, nel suo complesso, non aveva saputo soddisfare, e il materialismo storico” [Alfredo Sabetti, Sulla fondazione del materialismo storico, 1977] [(1) “Feuerbach – concludeva l’autore nella sua risposta a Stirner, parlando in terza persona di se stesso – … non è né materialista, né idealista, né filosofo dell’identità. E che cos’è dunque? Egli è col pensiero ciò che è nel fatto; nello spirito, ciò che è nella carne, nell’essenza, ciò che è nei sensi – uomo: o, piuttosto, giacché egli riconduce l’essenza dell’uomo nella società – uomo sociale, comunista” (L. Feuerbach, ‘Sämtliche Werke’, Stuttgart, 1903-1911, VII, p. 310). La traduzione del passo è di F. Lombardi, che lo cita in ‘L. Feuerbach’, Firenze 1934, p. 280]