“A questo punto, se consideriamo per esempio testi che hanno avuto una grande importanza per il problema che fa da titolo a questa esposizione, cioè quello marxismo-scienza, come i testi di Engels, e come i testi dedicati in particolare a questo tema di Lenin, segnatamente parti dell”Antidühring’, della ‘Dialettica della natura’ e ‘Materialismo ed empiriocriticismo’, quello che mi interessa sottolineare, nella logica, se ce n’è una, di questo discorso, è che l’elemento fondamentale su cui Engels insiste, a me sembra, è l’enfasi posta su quell’aspetto dinamico e su quell’idea di mutamento da cui eravamo partiti esaminando uno dei filoni di origine, quello che chiamavamo della dialettica. Per Engels mutamento nelle teorie è anche mutamento in ciò di cui quelle teorie sono teorie; Engels saluta l’uscita della ‘Storia generale della natura e teoria del cielo’ di Kant nel 1755 come una specie di evento che permetteva di ritrovare il mutamento nella natura stessa, prima letta in termini di invarianza e di costanza. Esattamente a partire dall’idea di mutamento di cui Engels stilizza leggi dialettiche presentando, mi pare, più di un motivo di grave insoddisfazione, è però sempre sull’asse del problema del mutamento, della dinamica e del cambiamento che Lenin insiste, invocando, a me sembra, in particolare la nozione di approfondimento che è di nuovo tesa a spiegare, a rendere conto di casi di mutamento e la relativa definizione di verità obiettiva ma non assolutamente o incondizionatamente tali, bensì condizionatamente tali. Se permanesse un’idea di verità assoluta, non si potrebbe nemmeno parlare evidentemente di mutamento, se non nel caso di un’accumulazione di queste verità che non altera la struttura, in cui le verità vengono, diciamo, “stipate” (secondo quell’idea della crescita della conoscenza che ha dominato gran parte del pensiero del secolo scorso). Invece, sia in Engels sia in Lenin, cercando ciò che può essere interessante per questa ricostruzione, fatto centro sul problema del mutamento, l’idea di approfondimento e di crescita, l’idea di verità e quindi di potere cognitivo della scienza e tuttavia la rilevazione della sua condizionatezza, mi sembrano essere i punti più interessanti per la nostra riflessione” [Salvatore Veca, I rapporti tra scienza e marxismo] [in ‘Storia Filosofia e Politica della Scienza, 1980]