“Ma intendo dire di quegli uomini, che nel gergo vano ed orgoglioso della letteratura borghese sarebber detti oscuri: – di quel calzolario Bauer, di quei sarti Lessner ed Eccarius, di quel miniaturista Pfänder, di quell’orologiaio Moll, di quel Lochner, o come altro si chiamino quei che primi iniziarono consapevolmente il nostro movimento. Sta come indice della loro apparizione il motto: ‘Proletarii di tutto il mondo, unitevi’. Sta come resultato dell’opera loro: ‘il passaggio del socialismo dall’utopia alla scienza’. La sopravvivenza dell’istinto loro e del loro primitivo impulso nell’opera nostra dell’oggi, è il titolo indimenticabile, che quei precursori si acquistarono alla gratitudine di tutti i socialisti. Come italiano ritorno io tanto più volentieri su questo primo inizio del socialismo moderno, perché, per la mia parte almeno, non rimanga senza effetto un recente monito dell’Engels: “E così la scoverta, che, sempre a da per tutto, le condizioni e gli accadimenti politici trovino la loro spiegazione nelle rispettive condizioni economiche, non sarebbe stata punto fatta da Marx nell’anno 1845, ma anzi dal signor Loria nel 1886. Per lo meno egli è riuscito ad imporre tale credenza ai suoi concittadini, e da che il suo libro fu tradotto in Francia, anche ad alcuni francesi, e può ora andare attorno per l’Italia tronfio e pettoruto, come scovritore di una teoria che fa epoca; finché i socialisti del suo paese non trovino il tempo di strappare all’illustre Loria le rubate penne di pavone” (Nella prefazione al terzo volume del ‘Capitale’ di Marx, Hamburg 1894, pp. XIX-XX. La data del 1845 si riferisce principalmente al  libro: ‘Die heilige Familie’, Frankfurt 1845, che scrissero in collaborazione Marx ed Engels. Quel libro occorre innanzi tutto di leggere, se si vuole intendere la originazione teorica del materialismo storico)”. (pag 47-48) [Antonio Labriola, Del materialismo storico e altri scritti, 2004]