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“George Lichtheim ha dunque perfettamente ragione quando afferma che Marx non credeva che lavorare per la rivoluzione fosse razionale semplicemente perché essa era inevitabile; egli credeva piuttosto che la rivoluzione è inevitabile perché la tensione tra il nuovo stato delle forze produttive e le vecchie forze giuridiche o politiche o economiche diventa alla lettera inaccettabile per chi ha compreso che cosa una società organizzata razionalmente deve essere e sarà (1). Così il conflitto tra la socializzazione crescente dei mezzi di produzione da un lato (un esempio di libera, razionale, consapevole attività umana, in cui si manifesta una comprensione realistica del come raggiungere i fini che non possiamo fare a meno di perseguire), e i mezzi di distribuzione non socializzati, residuo di una fase economica precedente, dall’altro, non può non sfociare in un’esplosione e in una soluzione razionale. E’ questo il senso profondo, cosmico in cui ‘la raison a toujours raison’ (la citazione favorita di Plechanov)” ((1) George Lichtheim, Marxism: An Historical and Critical Study, 1961) [Isaiah Berlin, Il senso della realtà. Studi sulle idee e la loro storia, 1998]