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“Malatesta non pretendeva che i diversi partiti rinunciassero «al loro programma ed alla loro tattica», ma domandava: «Il diritto di ogni lavoratore di combattere contro la borghesia insieme con i suoi fratelli di lavoro e di pensa senza distinzione di idee politiche. Noi domandiamo che ciascuno lotti come meglio crede, d’accordo con quelli che la pensano come lui, ma che tutti siano uniti e solidali nella lotta economica. Ché se i socialisti-democratici vorranno persistere nel loro tentativo d’irreggimentazione e nel loro sistema d’intolleranza, possano gli operai comprendere e far trionfare la gran parola di Marx: ‘Lavoratori del mondo unitevi’ (78). Al di là dell’indubbio tatticismo (il tentativo di rovesciare sui socialdemocratici la responsabilità della scissione del movimento operaio, il ricorso alla «gran parola di Marx»), lo scritto di Malatesta conteneva una serie di punti che inducono a qualificarlo come protosindacalista: l’unità sulla base degli interessi di classe, l’autonomia del movimento sindacale nei confronti delle «scuole» politiche (come dirà dieci anni dopo la ‘charte d’Amiens’). Certo, Malatesta non giungeva apertamente ad assegnare all’organizzazione operaia una funzione rivoluzionaria; differenziava anzi l’azione economica da quella politica (rivoluzionaria), preoccupato piuttosto di evitare che i sindacati si trasformassero in palestra di scontro tra le diverse tendenze. Tuttavia, nel successivo commento al congresso lamentava che, durante i lavori, non fosse stata discussa né «la questione dello ‘sciopero generale’, che oggi appare a tanti il mezzo più pratico per determinare un cambiamento radicale della costituzione sociale; né l’organizzazione economica del proletariato, che altra volta appariva a tutti i socialisti ed appare sempre a noi come il primo passo verso l’auspicata emancipazione» (79). Le sue posizioni, in definitiva, non sembravano molto dissimili da quelle che Pelloutier andava esponendo nel suo rapporto sulla situazione francese durante le sedute delle conferenze anarchiche, tenute ai margini del congresso (80)” (pag 36-37) [Maurizio Antonioli, ‘Malatesta, l’organizzazione operaia e il sindacalismo’, BFS Edizioni, Pisa, 2023] [(78) Il documento venne pubblicato in italiano successivamente in ‘I Congressi Socialisti Internazionali’, Paterson, Tipografia della Questione Sociale’, 1900, pp. 43-49; (79) E. Malatesta, Il Congresso Internazionale’, cit.; (80) Cfr. A. Hamon, ‘Le socialisme et le congrès de Londres’, cit., p. 173; ‘Fragmenten uit autobiographie van Christiaan Cornelissen, cit.; [É. Pouget], ‘Conférénces anarchistes à Londres’, “La Sociale”, 9 août 1896]