“(…) I dirigenti della precedente campagna elettorale e i suoi migliori collaboratori – i socialisti tedeschi – furono pian piano emarginati e alla fine allontanati col pretesto che i membri di un partito politico non potevano far parte di un altro. Era un’argomentazione corretta, ma usata in modo strumentale, visto che nella precedente campagna elettorale gli stessi socialisti, benché già allora membri di un partito politico, erano stati accolti calorosamente e rispettati come compagni di lotta. Ma ora, George, McGlynn e Powderly non volevano più saperne di socialisti, di questi oppositori di principio dei partiti borghesi, perché avevano in mente di fondarne uno o di entrare in una coalizione borghese già esistente (1). Fu infatti fondato un nuovo partito, cui fu dato il nome di United Labor Party e per padrini i tre riformatori borghesi (…). Ma il risultato fu scarso, perché i lavoratori ormai diffidavano di loro per l’eccessivo rilievo che aveva dato alle riforme borghesi e ai progetti fiscali. Nelle regioni interne dello Stato di New York aderirono al nuovo partito per lo più piccolo borghesi, piccoli agricoltori e i resti dei precedenti movimenti riformatori” [Friedrich Adolph Sorge, Il movimento operaio negli Stati Uniti d’America 1783-1892. Corrispondenze dal Nord America, 2002]
(1) “Il fatto che (H.) George abbia buttato fuori i socialisti è secondo la mia opinione una fortuna non meritata, che compensa in gran misura l’aver messo George alla testa di un movimento che egli non capiva. George come capo dei georgisti presto farà parte del passato, come capo di una delle sette presenti a migliaia in America… Fortunatamente il movimento in America ha uno sviluppo tale che né George, né Powderly, né gli intriganti tedeschi lo possono danneggiare o fermare. Esso assumerà delle forme impreviste. Il vero movimento non appare mai come se lo immaginano le persone che hanno contribuito a prepararlo” (Lettera di Engels del 15 settembre 1887 a Florence Kelly-Wischnewetzky)” [Friedrich Adolph Sorge, Il movimento operaio negli Stati Uniti d’America 1783-1892. Corrispondenze dal Nord America, 2002]