“Nessun teorico borghese si è sottratto secondo Marx a questa apparenza della circolazione delle merci. Di fatto hanno riconosciuto che il plusvalore viene prodotto e cade nelle mani dei proprietari dei mezzi di lavoro (cosa che Marx sottolinea anche in questa occasione) e tuttavia non si sono accorti che soltanto con la completa separazione dei produttori dai loro mezzi di produzione l’insieme della produzione è sussunto sotto la forma borghese della divisione del lavoro e di conseguenza solo allora anche la legge del valore può imporsi del tutto. “Un’analisi della forma specifica della divisione del lavoro, delle condizioni di produzione, su cui essa riposa, dei rapporti economici tra i membri della società in cui si risolvono queste condizioni, mostrerebbe che deve essere presupposto l’intero sistema della produzione borghese affinché il valore di scambio appaia alla superficie come semplice punto di partenza, e il processo di scambio, scomposto nella circolazione semplice, appaia come il semplice ‘ricambio organico sociale comprendente tanto l’intera produzione quanto il consumo’. Risulterebbe che sono presupposti ‘altri’ e più complicati rapporti di produzione, più o meno in contraddizione con la libertà e l’indipendenza degli individui, altri rapporti economici fra questi, affinché essi si trovino l’uno di fronte all’altro nel processo di circolazione come liberi ‘produttori privati nelle semplici relazioni di compratore e venditore’, affinché figurino come soggetti indipendenti. ‘Ma dal punto di vista della circolazione semplice questi rapporti sono cancellati'” (Marx, Grundrisse). Quindi, nella sfera della circolazione, tutti i membri della società possono avere relazioni reciproche sotto determinate maschere caratteriali soltanto quando la forma borghese della divisione di classe è giunta al suo sviluppo completo.” [Helmut Reichelt, La struttura logica del concetto di capitale in Marx, 1973]