“Il denaro è il dio tra le merci. Come singolo oggetto tangibile il denaro può essere perciò accidentalmente cercato, trovato, rubato, scoperto, e la ricchezza generale passare tangibilmente in possesso del singolo individuo. Dalla sua forma di schiavitù nella quale si presenta come semplice mezzo di circolazione, esso diventa improvvisamente sovrano e dio nel mondo delle merci. Esso rappresenta l’esistenza celeste delle merci, mentre queste rappresentano la sua esistenza terrena. Ciascuna forma della ricchezza naturale, prima che questa sia tramutata mediante il valore di scambio, suppone una relazione sostanziale dell’individuo con l’oggetto, al punto che l’individuo, per uno dei suoi aspetti, appare esso stesso materializzato nella cosa, e nello stesso tempo il suo possesso della cosa appare come un determinato sviluppo della sua individualità; la ricchezza di pecore rivela lo sviluppo dell’individuo come pastore, la ricchezza di grano il suo sviluppo come contadino ecc. ‘Il denaro al contrario, in quanto individuo’ della ricchezza generale, in quanto autonomo risultato della circolazione e puro rappresentante universale, ‘come risultato puramente sociale’, non suppone assolutamente alcuna relazione individuale col suo possessore; il suo possesso non è lo sviluppo di uno qualsiasi dei lati essenziali della sua individualità, ma è piuttosto possesso di ciò che è privo di individualità, giacché questo rapporto sociale esiste nel contempo come oggetto sensibile, esterno, di cui ci si può impossessare meccanicamente o che può anche andare perduto. La sua relazione all’individuo si presenta dunque come una relazione puramente accidentale; laddove questa relazione ad una cosa niente affatto connessa con la sua individualità gli conferisce nello stesso tempo; per il carattere di questa cosa, il dominio assoluto sulla società, su tutto il mondo dei godimenti, dei lavori ecc. E’ come se per es. il ritrovamento di una pietra mi procurasse, del tutto indipendentemente dalla mia individualità, il possesso di tutte le scienze. Il possesso del denaro mi pone rispetto alla ricchezza sociale nell’identico rapporto in cui mi porrebbe la pietra filosofale rispetto alle scienze.” [Marx, Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica, (1857-58)] [in Karl Marx, a cura di Marcello Musto, L’alienazione, 2010]
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- Articolo pubblicato:20 Luglio 2012