“Questo ci porta a ritenere che l’approvazione per il sistema inglese e la sottovalutazione del “circolo virtuoso” tedesco fosse basato su più ampie ragioni di carattere culturale. Come avrebbe scritto nel 1915, in Germania era “avvenuto che il pensiero economico si sia talmente imbevuto di socialismo, da far quasi del tutto dimenticare l’antica e reazionaria Economia politica, ormai condannata a meritato oblio e sostituita dalla nuova e moderna “scienza economica socialista” o, più brevemente, ‘socialismo scientifico’ (L. Einaudi, Democrazia, collettivismo e guerra, Minerva, 16.1.1915). Colpevole di tutto ciò sarebbe risultato addirittura Marx: “Chi, se non Carlo Marx, ha dimostrato che la scienza economica inglese degli Smith, dei Malthus, dei Ricardo, dei Senior era un volgare trucco delle classi capitalistiche e plutocratiche per tenere a bada nella miseria le classi proletarie? Chi, se non Carlo Marx, ha esposto la nuova teoria del valore, dimostrando che esso non è altro che lavoro coagulato e che quindi solo il lavoratore ha diritto all’intero valore delle merci da lui solo prodotte? Chi, se non lui, ha detto: operai di tutto il mondo organizzatevi? L’organizzazione, ecco la grande scoperta della Germania moderna, che tutti gli altri paesi fanno a gara ad imitare. Organizzazione, che vuol dire sforzo collettivo e cosciente, organizzato in vista di un fine comune, senza mire particolari, per il raggiungimento del maggior benessere della collettività. Nell’applicare il principio collettivista dell’organizzazione, tutte le classi sociali sono concordi.” In realtà per Einaudi proprio nella tendenza all’organizzazione così ampiamente diffusa in Germania risiede la principale ragione di debolezza dei tedeschi (…)” [Giulia Bianchi, Come cambia una rivista. La “Riforma sociale” di Luigi Einaudi, 1900-1918, 2007] (pag 162-163)