“Sui punti fondamentali della concezione materialistica della storia, soprattutto sul nesso e sull’azione reciproca fra struttura e sovrastruttura, Engels ritorna più volte, in anni lontani dal ‘Manifesto’, mettendo in guardia socialdemocratici e studiosi tedeschi da un “marxismo” troppo facile e meccanico. Il rapporto fra la base economica di una società, la sua struttura, e la sovrastruttura, ossia le istituzioni politiche, giuridiche, ecc. di questa società, non è un semplice rapporto di causa ed effetto. Le sovrastrutture che sorgono su una determinata base economica possono influire e influiscono a loro volta sulla base economica, reagiscono sul modo e sui rapporti di produzione. Ad alcune domande rivoltegli da Conrad Schmidt, economista socialdemocratico passato in seguito su posizioni revisioniste, Engels risponde nel 1890: “…Ma la nostra concezione della storia è anzitutto una guida per lo studio, non è una leva per costruzioni da hegeliani. Tuttavia la storia deve essere studiata di nuovo; si dovranno studiare singolarmente le condizioni di esistenza delle differenti formazioni sociali prima di tentar di derivare da quelle le corrispondenti concezioni politiche, giuridiche, estetiche, filosofiche, religiose, ecc. Poco è stato fatto finora in questo campo perché solo pochi vi si sono applicati seriamente… La frase del materialismo storico (di tutto si può far una frase) a troppi giovani tedeschi non serve che ad aggiustare e a sistemare frettolosamente le proprie cognizioni di storia relativamente povere…” [Emma Cantimori Mezzomonti, Introduzione] [(in) Karl Marx Friedrich Engels, Manifesto del Partito Comunista, 1985]