“La ‘Critica al programma di Gotha’ fu l’ultimo grande documento scritto da Marx per un intervento politico immediato. Era la primavera del 1875, due anni e mezzo erano trascorsi dal settembre 1872 quando al Congresso dell’Aia era stata presa la decisione di trasferire il Consiglio generale della I Internazionale in America. In realtà era il riconoscimento della sua fine. Dopo lo schiacciamento della Comune di Parigi, il movimento era stato pressoché distrutto in Francia; in Inghilterra si affermavano sempre più le tendenze legalitarie ed economicistiche; in altri paesi la dissidenza bakuniniana aveva logorato duramente l’organizzazione. In Germania il movimento operaio era ancora arretrato, diviso, chiuso ancora prevalentemente nella sua angustia nazionale. E tuttavia la sua ala eisenachiana, più vicina a Marx e ad Engels, aveva registrato nel 1874 il suo primo successo elettorale. Quando si profilerà l’unificazione con l’ala lassalliana Marx ed Engels non si opporranno in via di principio, ma Marx non ha affatto rinunciato all’antica ed aspra avversione e critica nei confronti di Lassalle, morto già da anni, e del lassallismo, così diffuso anche fra gli eisenachiani. D’altra parte, la preparazione dell’unificazione e la stessa pubblicazione della bozza del programma avverranno a loro insaputa. Engels se ne lamenterà apertamente in una lettera a Bebel (marzo 1875) e non lesinerà le critiche. Comunque, Marx spedirà a Wilhelm Bracke la sua ‘Critica’, all’inizio del maggio 1875, con una lettera di accompagnamento in cui dice che il programma “deve essere assolutamente respinto e che demoralizza il partito” (1). L’unificazione in quelle condizioni è una capitolazione di fronte ai lassalliani. Marx ed Engels avvertono che, dopo il congresso, prenderanno posizione pubblicamente per dissociarsi. In realtà, non lo faranno. Essi prevedono un rapido fallimento dell’unificazione e una nuova divisione. Ma non ci sarà alcuna divisione; fra le due ali del movimento operaio tedesco esisteva una omogeneità, fondata sulla tradizione lassalliana, assai più forte di quanto Marx ed Engels non ritenessero. La ‘Critica’ è un documento fondamentale per la comprensione del pensiero politico di Marx. Da una parte egli si proponeva di influenzare praticamente la vicenda della formazione del partito socialdemocratico unificato tedesco, combattendo lo spirito di setta, il democraticismo volgare, l’economicismo e l’opportunismo dell’ala lassalliana (largamente diffusi anche nell’ala eisenachiana); dall’altra, la demolizione dei miti lassalliani della “giusta ripartizione”, dell'”uguale diritto”, del “frutto integrale del lavoro”, lo spinge ad affondare lo sguardo nel futuro della rivoluzione comunista, a riplasmare nella più densa delle sintesi, alla luce dell’esperienza della Comune di Parigi, le riflessioni e le esperienze di 30 anni, dalla prima critica dello Stato borghese al programma del ‘Manifesto’ del 1847-’48, dallo studio della lotta delle classi in Francia alla critica dell’economia politica. Riproponendone il nucleo centrale come programma del partito operaio rivoluzionario, Marx proietta in una anticipazione verso il futuro la sua convinzione che l’umanità si sta inoltrando verso un periodo di grandi sconvolgimenti rivoluzionari, delinea audacemente (l’audacia non spenta del ’48) il processo del passaggio, del “periodo politico transitorio” dal capitalismo al comunismo”, la questione, come oggi anche troppo spesso si sente dire, della “transizione”” [Aldo Natoli, Appunti sulla fortuna della “Critica al programma di Gotha”] [(in) Annali. Vol. III. Il Congresso di Gotha: partito operaio e socialismo, Fondazione Lelio e Lisli Basso – Issoco, Roma, 1977] [(1) K. Marx, ‘Critica al programma di Gotha’ – Lettera a W. Bracke, in ‘Opere scelte’, Roma, 1966, p. 954]
- Categoria dell'articolo:Nuove Accessioni
- Articolo pubblicato:10 Luglio 2013