“Considerate più attentamente, queste analisi “critiche” nel senso stretto della parola si dividono a loro volta in due diversi gruppi fondamentali, di importanza molto diversa. In uno si tratta di una “critica” consueta nel senso scolastico. E’ il caso di quando Marx si diverte per sé e per il suo lettore a mettere alla berlina, dal suo superiore punto di vista scientifico, gli svarioni teorici pseudoscientifici di uno studioso appartenente al periodo successivo, postclassico, dell’economia borghese. A questo si riferisce, ad esempio, la brillante liquidazione della “teoria” del noto professore di Oxford, Nassau W. Senior, sul significato dell'”ultima” ora lavorativa nel capitolo 7 e la “teoria”, “scoperta” dallo stesso “serio studioso” in un’altra occasione e sopravvissuta nell’economia borghese sino al giorno d’oggi, della cosiddetta “astinenza del capitale”. Queste parti della critica economica di Marx appartengono ai brani più divertenti del ‘Capitale’, e inoltre, sotto la loro corteccia criticamente satirica, nascondono quasi sempre una considerevole quantità di concetti importanti presentati al lettore quasi “giocando”. A considerarli rigorosamente, però, non appartengono al nucleo del ‘Capitale’, ma avrebbero trovato il proprio posto altrettanto bene nel “quarto libro” progettato da Marx sulla “storia della teoria”, del quale egli stesso scrive in un’occasione ad Engels (31 luglio 1865) che avrebbe dovuto avere, a differenza delle parti teoriche (i primi tre libri), un più marcato carattere “storico letterario”, e che per lui stesso sarebbe stata “la parte relativamente più facile”, poiché “tutti i problemi sono risolti nei primi tre libri, quest’ultimo quindi è più una ripetizione in forma storica”.” [Karl Korsch, Dialettica e scienza nel marxismo, 1974]
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- Articolo pubblicato:30 Aprile 2012