“In sede di ‘Introduzione’, vogliamo porre invece il problema delle ‘motivazioni’ di Engels. Perché questo grande pensatore e organizzatore rivoluzionario dedicò – possiamo ben dire – ‘anni’ della sua vita (anche se, certo, non in modo continuativo) allo studio della matematica, della fisica, delle scienze naturali, seguendo le novità nelle riviste scientifiche – oseremmo dire – con quasi altrettanta attenzione delle vicende e delle lotte politiche e sociali? Si potrebbe rispondere facendo appello all’ideale di “uomo completo” (“onnilaterale”, essi preferivano dire) che Marx ed Engels sentirono vivamente sin dagli anni della giovinezza. Marx, nei suoi scritti giovanili, afferma che l’uomo viene deformato (estraniato o “alienato” da se stesso), non solo dallo sfruttamento capitalistico, che separa l’uomo dal suo prodotto, strumentalizza e “cosifica” il lavoratore salariato, bensì anche dalla ‘divisione del lavoro’, o quanto meno dalla unilateralità specialistica. Engels fu uomo davvero “onnilaterale”, non reputò estraneo a sé nessuno dei grandi avvenimenti e delle grandi opere del presente e del passato. Conoscitore di tutte le lingue di cultura europee, antiche e moderne, possedeva ed amava la grande letteratura di tutti i tempi e di tutti i paesi; per quel che riguarda l’economia politica, la storia, le dottrine politiche era uno scienziato, anzi uno scienziato-creatore; si era occupato in modo approfondito anche di arte militare, di archeologia, di paleontologia; delle scienze esatte e naturali si è già detto, e del resto il Lettore constaterà, anche dai pochi brani qui raccolti, quanto le conoscenza di Engels fossero solide e aggiornate in tali campi del sapere”. [Lucio Lombardo Radice, introduzione][in Federico Engels, Sulla dialettica della natura, Antologia, 1968]